ARGENTINA – BOLIVIA – CILE

  /  Diari   /  ARGENTINA – BOLIVIA – CILE

ARGENTINA – BOLIVIA – CILE

La prima tappa è andata molto bene anche se il cielo è stato un po’ nuvoloso.

La seconda tappa – invece- è stata assolutamente in mezzo alle nuvole! Salita lunga, sterrata e ben pedalabile. Temperatura fra +2 e -1, venticello non fastidioso e persino qualche fiocco di neve.

In discesa il vento contrario è aumentato e pedalando al massimo andavo a 6km/h. Più in basso il vento è un po’ diminuito: ho così potuto toccare i 28 km/h, ma ormai avevo già perso un sacco di tempo!

Sono arrivato in bici fino a Payogasta (70 km) al tramonto e ho chiesto un passaggio per Cachi (ultimi 10 km). Il tizio che mi ha dato il passaggio mi ha chiesto che giro volevo fare e mi ha vivamente consigliato di chiedere alla polizia per sapere se la Ruta 40 era aperta dal momento che nei giorni scorsi aveva nevicato.

Dopo i primi due giorni di pedalata fino a Cachi, la notizia della chiusura dei passi di confine con il Cile ed il rientro a Salta in autobus, mi fermo qui due giorni per preparare il nuovo itinerario.

Riparto il 4 Agosto e riesco a pedalare fino ad Atocha, in Bolivia, facendo tappa a San Salvador de Jujuy, Purmamarca, Humauaca, Tres Cruces, Abra Pampa, La Quiaca (città di confine), Tupiza, Flores Palca, Atocha.

Tutta strada asfaltata fino a Tupiza e 110km di pista sterrata ad alta quota fino ad Atocha.

Lungo il tragitto faccio una tappa breve da Tres Cruces ad Abra Pampa, dove dedico un po’ di tempo alla manutenzione della bici ed al bucato, e un giorno di sosta a Tupiza per riposare e visitare la cittadina. Lungo la pista di montagna incrocio gli amici che si stavano muovendo in direzione di San Salvador de Jujuy e poi seguo il consiglio di Davide di prendere l’autobus da Atocha ad Uyuni per evitare un tratto di pista prevalentemente pianeggiante con molte “calaminas” e parecchia sabbia. Ciò mi da la possibilità di girare per una mattina intera Atocha, dove ero arrivato la sera precedente al calar del sole. Particolare l’ingresso in città seguendo il sentiero a lato dei binari della ferrovia, dato che la pista seguita dai 4×4 passa in mezzo al fiume e per quanto sia abbastanza asciutta, è sabbiosa!

Un altro giorno di sosta mi serve ad Uyuni, per potermi organizzare con un’agenzia in modo da avere un passaggio dalla fine del Salar de Uyuni alla Laguna Colorada. Alla fine devo comperare un tour di tre giorni per utilizzarne uno solo, ma è l’unica possibilità che ho per andare in Cile passando dalle lagune del Sur Lipez. L’idea è quella di attraversare il Salar in bici e di prendere un passaggio Da San Juan fino alla Laguna Colorada, per poi pedalare fino a San Pedro de Atacama.

Il giorno 16 Agosto parto per attraversare il Salar con l’idea di arrivare all’Isola Incahuasi per la notte. Purtroppo il vento contrario mi fa perdere un po’ di tempo e arrivato alla fine del terrapieno, dove inizia il sale, sentendo che le gambe non girano come nei giorni precedenti, e mancando 70 km da pedalare contro vento, decido di fermarmi all’hotel più vicino. La doccia calda con cui spero di rimettermi in sesto non è sufficiente. Non sentendomi al massimo provo la febbre e mi accorgo di avere 38,5. Probabilmente la bassa temperatura al ristorante della sera precedente mi ha bloccato la digestione con relativo strascico gastro-intestinale.

Nonostante i buoni propositi di guarigione, il giorno seguente ho ancora qualche linea di febbre e soprattutto una sensazione di debolezza che non mi permette di affrontare con tranquillità i due giorni di bici che mi rimangono per uscire dal Salar e quelli auspicati dalla Laguna Colorada al Cile.

Avendo già concordato (e pagato) il passaggio in 4×4 ed avendo il tempo contato, a malincuore, rientro ad Uyuni con una Jeep. Forse potrei tentare di pedalare gli ultimi 3 giorni dalla Laguna Colorada a San Pedro de Atacama, ma essendo il percorso fra i 4 e i 5.000m, senza centri abitati, e non essendo io nelle migliori condizioni, decido di terminare la parte ciclistica del viaggio con poco più di 800 km e circa 9.000 metri di dislivello in 12 giorni di pedalata effettiva.

Non poco, non molto ma quanto basta per un assaggio di questo ambiente fantastico. Non sufficiente per soddisfare tutta la mia voglia di pedalare e allo stesso tempo sufficiente per farmi pensare che prima o poi tornerò da queste parti, magari per riprovare a pedalare l’itinerario inizialmente previsto!

Il giorno 18 parto quindi per il tour in un gruppo misto, che si amalgama ottimamente, composto da un argentino, una coppia di tedeschi e una di spagnoli. Il primo giorno attraversiamo il Salar, con una sosta “tirata” all’Isola Incahuasi per il pranzo e per la visita dell’isola (solo 1 h). Nel pomeriggio arriviamo a San Juan dove alloggiamo in un albergo di sale poco fuori il villaggio. Il 19 percorriamo la pista delle Lagune e la giornata culmina con l’arrivo alla Laguna Colorada. Lungo il tragitto è possibile ammirare il vulcano Ollague, anche se da lontano e l’Arbol de Piedra.

Il terzo giorno inizia con la partenza alle 5 per arrivare all’alba alla Laguna Challviri. Purtroppo a quell’ora, col buio, non si vede praticamente nulla dei Geyser di Sol de Manana. Fatta la colazione ripartiamo per la Laguna Verde e la vicina Laguna Bianca, per essere al punto di frontiera fra Bolivia e Cile verso le 9.30. Qui chi vuole andare in Cile viene scaricato, mentre il tour termina con un rientro in giornata ad Uyuni. Il viaggio in 4×4 ha danneggiato leggermente i freni, quindi evito anche i 45 km di discesa che con un salto di circa 2000m portano a San Pedro de Atacama e li percorro in auto con un passaggio rimediato dopo un paio d’ore di tentativi falliti.

Lascio così la Bolivia, un paese in cui la forza della natura si fa sentire soprattutto attraverso il vento (sempre) e l’acqua (nella stagione delle piogge). Gente cordiale, fiera della propria identità che purtroppo deve fare i conti con un governo che non le rende giustizia e la mantiene in uno stato di povertà estrema, nonostante un sottosuolo estremamente ricco, attualmente sfruttato da imprese estere.

A San Pedro mi organizzo per il rientro a Salta in Autobus e per una visita di gruppo al comprensorio della Valle della Luna. La mattina del 22 Agosto si presenta l’ennesima sorpresa: il Passo de Jama è nuovamente chiuso per neve, quindi l’autobus non può partire. Tutto rimandato al giorno successivo, che, per fortuna, è quello buono. Il 24 mi fermo a Salta per imballare la bici, acquistare il biglietto dell’autobus per Buenos Aires e salutare Luisa, che mi ha ospitato nei giorni passati qui.

Verso le 13 del 26 Agosto, dopo 21 ore di autobus, arrivo nella “Capital Federal”. Avrò 3 giorni per visitarla di corsa e 4 notti per andare a ballare tango. I contrasti di questa città sono fortissimi e le classi sociali nettamente separate fra loro. Il costo della vita è aumentato negli ultimi anni e se per un europeo è ancora conveniente, per un argentino è decisamente alto.

 

L’energia delle milonghe è tale da ricaricarmi completamente e da farmi partire con tanta voglia di tornare (ma anche con molto sonno!). A casa ci sarà il tempo per metabolizzare le sensazioni vissute in questo lungo quanto travagliato viaggio.

Commenta