Canada 1998

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Canada 1998

Correva l’anno 1998 ed ero impegnato in un viaggio importante per impegno e durata: la grande attraversata del Canada dalla costa Pacifica a quella Atlantica dalla città di Vancouver alla città di Halifax e avevo a disposizione due mesi, luglio e agosto.

Il cicloviaggio non era partito tanto bene: la pioggia e la rottura del copertone posteriore nuovo il primo giorno di pedalata non mi avevano certo messo di buon umore.

Il giorno seguente, dopo qualche ora di pioggia finalmente esce il sole e pedalo lungo il corso del fiume Fraser, che in questa vallata crea un canyon e lo spettacolo della natura è meraviglioso.

Dopo essere scappato dal traffico di Vancouver finalmente la solitudine, non c’è nessuno nei paraggi nessuna macchina, che c’è di più bello per assaporare le sensazioni che ti regala la natura.

Sento sulla bici qualcosa di anomalo, improvvisamente mi si blocca il pedale sinistro, non riesco più farlo girare dopo alcuni tentativi per ripararlo si ferma un furgone dal quale scende un uomo anziano che mi chiede se voglio caricare la bici e visto il problema accetto di buon grado e carico tutto.

Lui si chiama Tony ed è di origini ungheresi, è scappato dal suo paese nel 1956 quando l’Unione Sovietica invase il suo paese. Tony è gentile e durante il viaggio di tanto in tanto si ferma per lasciarmi fare delle foto ai magnifici paesaggi che stiamo attraversando.

Arrivati a casa sua, a Cache Creek un piccolo villaggio sulle rive del fiume Fraser a una cinquantina di chilometri da dove mi ha dato il passaggio con il furgone, mi fa conoscere sua moglie, mi racconta che faceva il meccanico di auto e così chiacchierando vediamo di trovare insieme una soluzione al problema del pedale rotto. Avere questi problemi con una bici nuova fatta apposta per questo cicloviaggio mi fa molto pensare.

Alla sera Tony mi dice che mi ospita per la notte e ne sono molto felice così ceniamo assieme e dopo aver guardato la televisione ci congediamo e andiamo a dormire così passo la notte sereno.

Al mattino Tony mi dice che ha delle mtb vecchie e dopo aver fatto colazione le andiamo a vedere e cerchiamo un pedale che faccia al caso mio. Tony ne trova uno che mi dice potrebbe fare al caso mio. “Questo non è tecnologico come i tuoi ma sicuramente” mi dice Tony “ma ti porterà dall’altra parte del Canada”.

E così con un pedale diverso dell’altro carico i bagagli e saluto Tony e sua moglie che mi dà un ultimo avvertimento “to be careful”, stai attento, e io lo ringrazio per la loro ospitalità.

Riprendo il mio viaggio attraverso le Montagne Rocciose diretto verso la costa est.

Quel pedale io lo conservo ancora come fosse un souvenir, come se tutti i ricordi di quel viaggio fossero gli rimasti attaccati e ogni volta che lo prendo in mano li sento rivivere nella mia memoria.

Certo ha qualcosa di incredibile se ci pensiamo: ti trovi in luogo isolato dove non passa nessuno, sei con la bici in panne ed ecco che appare qualcuno dal nulla come se fosse un angelo venuto in tuo aiuto.

A proposito di persone che compaiono dal nulla mi piace ricordare anche un secondo episodio, capitatomi sempre in Canada durante lo stesso viaggio. Avevo oltrepassato la regione dei grandi laghi e pedalavo lungo l’asse delle grandi città tra Toronto e Ottawa la capitale federale.

Avevo lasciato Toronto da due giorni e mi ero prefissato di arrivare alla cittadina di Perth. La giornata calda e afosa era ormai al tramonto, avevo già fatto 170 chilometri ma mancavano ancora 30 chilometri per arrivare alla mia meta. Ero molto stanco quando trovai un area di sosta con tanto di fontana per l’acqua e lo spazio per mettere la tenda, tavoli e panchine.

“È fatta” pensai “è il posto giusto per metter giù la tenda” ma proprio in quel momento l’arrivo della macchina della polizia e del poliziotto che mi diceva che non potevo rimanere in quel luogo lasciava presagire che avrei dovuto, mio malgrado, riprendere a pedalare. La stanchezza era veramente tanta che non diedi per vinto quindi raccontai al poliziotto che avevo pedalato per ben 170 chilometri, ero molto stanco e sicuramente non ce l’avrei fatta ad arrivare a Perth. Aggiunsi che sarei rimasto solo per quella notte ma niente da fare era irremovibile lì non potevo rimanere.

Avevo già iniziato a smontare la tenda quando il poliziotto aprendo le portiere dell’auto e il portellone del bagagliaio mi disse di mettere tutto in macchina bicicletta compresa e nel mezz’ora raggiungemmo il campeggio di Perth.

Certo che entrare in città e in campeggio con la macchina della polizia è stata un’esperienza indimenticabile. Scaricato tutto ringraziai il poliziotto che mi lasciò il suo biglietto da visita, col suo recapito telefonico, dicendomi di chiamarlo se avessi avuto problemi che mi avrebbe aiutato.

Il mio viaggio proseguì poi passando da Ottawa, Montreal, Québec City fino ad Halifax sulla costa atlantica.

 

Claudio è un cicloviaggiatore di grande esperienza il suo primo viaggio in bicicletta è del 1985 in Puglia e da allora ogni anno regala alla sua vita un’avventura sui pedali. Ha viaggiato in Europa, Nuova Zelanda, Patagonia, Australia, Canada, Sudafrica, Vietnam, Laos, Tailandia, Cambogia, Cuba.

Il suo viaggio più lungo i 7.600 km della costa del Canada, il più bello quello in Nuova Zelanda mentre il più brutto in Sudafrica dove, dopo appena 50 km è stato aggredito e derubato.

Fedele socio AIIC è anche Presidente di FIAB FeltreInBici

https://feltreinbici.blogspot.com/

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