Ciclovia dell’Oglio 2020

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Ciclovia dell’Oglio 2020

Un giorno, guardi tua figlia e capisci che lei ama cicloviaggiare quanto te.

Un frugoletto di due anni che quando gli chiedi dove vuole dormire ti risponde in tenda, che preferisce il carrellino all’auto e che ti racconta felice che lei è andata in vacanza al lago d’Iseo e poi ha fatto tanta strada ed è arrivata al lago di Garda.

Il suo secondo cicloviaggio l’ha vissuto così, alla scoperta delle montagne “grandi” e dei suoi amati laghi.

Quest’anno complici le ferie di soltanto una settimana e il Covid, abbiamo optato per rimanere in Italia, escludendo le caotiche e calde zone di mare, la scelta con dislivello fattibile era ridotta.

Abbiamo quindi lasciato l’auto a Verona e percorso il tratto fino a Brescia in treno, da lì abbiamo iniziato a pedalare.

Primi 30 km di strade statali, trafficate, noiose per poi ricredersi all’arrivo a Palazzolo sull’ Oglio dove abbiamo incrociata la Ciclovia.

Le enormi fabbriche lasciano lo spazio alle case e a dolci saliscendi che ci accompagnano alla meta del giorno, il lago d’Iseo.

Il campeggio è decente, merita molto la posizione (sul lago) e la piscina (molto gradita dalla piccola di casa).
La serata la passiamo sul pontile ad ammirare il sole che tramonta e i cigni e oche che nuotano disturbati solamente dalla piccola Emma che chiedeva mille cose.

Il secondo giorno, inizia in salita, sotto nuvoloni neri che non preannunciano nulla di buono.

Una splendida ciclabile lungo lago ci allieta lo sguardo e ci fa dimenticare la pioggia che scende copiosa.
Un ponte diventa un rifugio perfetto durante un nubrifagio, lì possiamo cambiarci e asciugare il carrellino che ha imbarcato acqua!
Lì sotto troviamo tante famiglie nella stessa situazione, sorprese dal forte temporale, che scrutano il cielo sperando possa presto smettere, i bambini intanto giocano felici dell’ inaspettata possibilità.
La tappa finisce a Breno, un paesino caratterizzato da ripide salite su cui svetta un antico castello.
Dormiamo in ostello, in tre in una camera da 8 persone.

La mattina successiva ci aspetta una tappa impegnativa, quasi 1000 metri di dislivello per raggiungere il campeggio più vicino al passo del Tonale.
I primi 20 di km siamo costretti a percorrerli nella strada principale molto trafficata, poi il paesaggio varia piccoli paesini e ripide salite in stradine disperse.
All’ ennesimo strappo, decidiamo di mollare a fermarci a Edolo, in un campeggio all’inizio della famosa salita dell’ Aprica in cui troviamo posto solo grazie a due signore che dividono con noi la piazzola.
La sera la vista del paese e delle cime è favoloso, Emma invece resta immobile ad osservare le stelle, così tante e luminose.

La tappa inizia con una discesa di 2 km ma altrettanti di salita al 8-10% che ci permettono di raggiungere la ciclabile della Val Camonica che percorriamo interamente, sempre in dolce salita fino a Ponte di Legno.
Lì la decisione è ardua, tentare la difficile impresa di scalare il passo con bagagli e carrellino (pedalando ore in salita, cosa che la piccola non ama) o prendere un comoda navetta?
L’ora tardi e il poco allenamento ci hanno fatto desistere ma con l’amaro in bocca, la navetta tanto acclamata esiste solo due volte al giorno nei giorni feriali quindi abbiamo dovuto optare per un taxi (non ci siamo accorti subito della seggiovia, forse più economica).
L’arrivo al passo è stato comunque bellissimo, Emma voleva salire sulle altre cime; noi invece ne abbiamo approffittato per insegnargli un pò di geografia , che poi lei ha ripetuto orgogliosa a chiunque per giorni.

Dal passo siamo poi scesi al paese di , la strada larga e non molto trafficata ci ha permesso di goderci lo spettacolo immenso che la natura regala.
Per concludere una giornata così, riusciamo a trovare posto in un campeggio privato immerso nella natura, in cui si siamo solo noi, nonostante il freddo è stata un’ esperienza spettacolare, solo il silenzio della montagna interrotto solo dalle nostre voci.

Un pallido raggio di sole ci sveglia, ci rendiamo conto di aver raggiunto la prima meta e di non aver piani, ma in effetti alternative possibili per noi pedalatori pesanti ce ne sono poche, partiamo così in direzione Trento.
Raggiungiamo la famosa ciclabile della Val di Sole, dove ci divertiamo a dribblare le persone e i 30 km trascorrono in fretta.
Improvvisamente ci ritroviamo in salita su una strada molto trafficata e ovviamente inizia a piovere, percorriamo così un’altra ventina di km, prima di raggiungere una ciclabile.
Il resto della tappa avviene su strada secondaria e poi finalmente sulle amate ciclabili del Trentino.
Alla fine stanchi, affamati ma felici giungiamo a Trento, stanotte dormiremo in ostello.

L’ indomani ci poniamo l’ennesima scelta vedere i laghi di Toblino e Cavedine e proseguire per il fiume Sarca o optare per la comoda ciclabile fino a Rovereto per poi continuare fino a Riva del Garda?
Optiamo per i laghi ma un passante ci informa che la strada è stretta e con due gallerie vietate alle bici, nostro malgrado siamo costretti a ritornare sui nostri passi e virare per Rovereto.
La ciclabile è bella, sembra segnalata e asfaltata con vigneti e meleti che ci fanno compagnia.
Rovereto, ci accoglie con il mercato settimanale, un giretto per il centro qualche acquisto per il pranzo e le successive due ore passate al parco.
Dopo qualche ora eccoci nuovamente al lago di Garda, Riva come sempre caotica e strapiena anche durante il Covid.
Dopo tante risposte negative, troviamo la compassione in un campeggio, una piazzola sui sassi che condividiamo con un’altro cicloviaggiatore incontrato.
Rimaniamo due notti, il campeggio è bello, studiato per le famiglie e per le loro esigenze, Emma impara che si può giocare con tutti nonostante la diversa lingua, tra loro si capiscono lo stesso.

Il giorno successivo si ritorna in sella, in due tappe avremmo dovuto tornare a Verona alla nostra auto, ma un piccolo imprevisto ci costringe a rientrare prima.
La giornata scorre tra la vista del lago e le auto, la ciclabile inesistente ci fa procedere sempre nella strada principale che come sempre è molto trafficata.
Il nostro viaggio finisce a Peschiera del Garda, dove prendiamo il treno per Verona.

E’ stato un bellissimo cicloviaggio, nella sua brevità ci ha fatto apprezzare i luoghi fantastici che abbiamo in Italia.
Ci ha fatto conoscere delle realtà ciclabili che non sapevamo esistessero, segno che finalmente l’ Italia ha capito che il futuro del turismo è questo.

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