CUBA EST: 6 MUJERES, UN POQUITO PEDALANDO, MUCHO ABLANDO!

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CUBA EST: 6 MUJERES, UN POQUITO PEDALANDO, MUCHO ABLANDO!

Da Santo Domingo breve tracking per visitare la Comandancia della Plata, postazione centrale  dei barbudos, dove per due anni fino al gennaio 59, i guerriglieri comandati da Fidel  combatterono per abbattere la dittatura di Batista….

Da Villa Santo Domingo,  a Marea del Portillo in camion.

E finalmente si inizia a pedalare!

1° tappa: Marea del Portillo- La Mula ( camping)  km. 65   Dislivello+ 541

La tappa sembra facile, costeggia quasi sempre il mare, il paesaggio è selvaggio con gli spruzzi delle  onde del mare che arrivano sulla strada. Poi, vuoi per i tratti  di strada rovinata e spesso sterrata, vuoi per il tardo orario di partenza e i continui saliscendi, riusciamo ad arrivare con il buio, dopo le  7 di sera al campeggio con bungalow.

 

 

2° tappa: La Mula- Chivirico  km   45    D+ 235 m 

Bella e gradevole tappa, quasi pianeggiante sul mare. Unico cruccio: niente bagno a causa del mare troppo agitato. Ma ci rifaremo!

 

 

 

3° tappa: Chivirico – Santiago di Cuba. km 75.    D+ 448

Il paesaggio può sembrare un pò monotono, ma ci si distrae guardando  i cartelli con gli enfatici slogan di propaganda di regime, ( che sembrano lasciati quasi più per i turisti che per i cubani),  i carretti che superiamo, le  colorate auto d’epoca,  ( rarissime  le auto nuove con prezzi inaffrontabili per la maggior parte dei  cubani), i piccoli paesi con case  colorate. Insomma non ci si annoia di certo!

L’ingresso a Santiago è molto facile e la città ci affascina subito. Qui facciamo sosta un giorno per visitarla e vivere la notte cubana nella storica “Casa della Trova”, dove ci lanciamo nel ballo della salsa con musica dal vivo.

Da qui per problemi di tempo, prendiamo  un ulteriore  passaggio di circa 200 km per raggiungere i piedi della Farola,

dove parte la

4° tappa: Caio Babo- Alto de Cotilla, lungo la Farola, Baracoa.   km 55.    H+ 890

La salita è tutto sommato con pendenze non troppo forti, il fondo è un buon asfalto, la temperatura non è alta e con tratti ombreggiati, e quindi raggiungiamo il passo de Alto de Cotilla a 547m abbastanza agilmente. Ci godiamo quindi la piacevole discesa fino a Baracoa, dove la strada però comincia a mostrare i primi segni del devastante uragano del settembre 2016.

Baracoa si rivela una chicca, forse un pò turistica, ma con le tipiche casette colorate tipo marzapane sembra di essere dentro ad una favola. Anche qui la sera brulica  di localini con musica dal vivo.

 

 

5° tappa: Baracoa Playa Maguana km 33.  D+ 320

All’uscita di Baracoa sosta per visitare una tienda di produzione di cioccolato. Perchè a Baracoa c’è anche una fabbrica di cioccolato avviata nel 63 dal Che’. ( Purtroppo non si visita)

Tappa breve con lo scopo di fermarci in una  spiaggia segnalata dalla guida come molto bella. Confermo, peccato per il tempo che comincia a minacciare pioggia. Facciamo comunque il nostro primo bagno!

 

6° tappa: Playa Maguana -Sagua de Tanamo.  km 94.  D+ 955

Questa direi che è stata inaspettatamente la tappa piu dura. Strada pessima quasi tutta su sterrato, peggiorata dall’ incessante pioggia, che forma rigagnoli e fango.  I brevi, ma pensenti strappi lungo un  continuo saliscendi spezzano le gambe. E che dire   del passaggio nella industriale Moa, con i nauseabondi scarichi delle ciminiere delle fonderie di nichel, lungo tutta la periferia?  Arrivo al buio a Sagua de Tanamo con Paola che rompe la catena, per fortuna a 3 km dalla città.

 

A Sagua ci aspetta una accogliente famiglia di una delle tante “case particular” in cui abbiamo soggiornato per tutto il viaggio, che ci coccola e ci cucina un ottima cena tipica cubana.

 

7° tappa: Sagua de Tanamo – Caio Saetia. km. 69.  D+ 431

Tappa sempre sotto pioggia battente. Inizialmente saliscendi su asfalto. Poi quando prendiamo il bivio per il Caio, vediamo che un autista di bus ci guarda un pò perplesso…capiamo subito il motivo:

La strada a causa della pioggia si fa tutta un lago e pozze nella terra sabbiosa. Sono una ventina di km ma non finiscono più. Arriviamo all’ingresso di questa riserva naturale dove dopo un ponte dobbiamo esibire la prenotazione del resort. Eh si, qui ci vogliamo trattare bene! Ancora 7 km in un ambiente tipo savana con mare e palme, e arriviamo al nostro lussuoso resort! Sarà per il maltempo o perchè zona non tanto conosciuta, ma non ci sono tanti altri turisti. La cosa non ci dispiace.

Il giorno dopo, in cui il tempo è stato un pò più clemente, fra un raggio di sole e una nuvola riusciamo a fare un giro in bici dentro la riserva per raggiungere una delle spiagge del Caio.

E qui incredibile, ci aspetta una spiaggia dorata con un mare turchese tutta per noi! Finalmente vita da mare: bagni e un po di relax!

Il mattino dopo uscendo dalla riserva , lungo la strada incrociamo antilopi, uno struzzo mi supera tagliandomi la strada, zebre che sembra si mettano in posa per farsi fotografare…ma dove siamo? Il tutto si spiega con il fatto che questo habitat era stato pensato e realizzato  come riserva di caccia con animali importati dall’ Africa e utilizzato fino agli anni 70/80 anche dai funzionari di partito…Un pò triste, ma ora per fortuna è diventato parco naturale.

Con un piccolo passaggio in camion per evitare il brutto tratto di strada del giorno prima,

arriviamo alla nostra ultima tappa: Deleite Guardalavaca.  Km 54    D+ 419

Tappa agevole, strada inizialmente sterrata , ma battuta che scorre lungo campi di canna da zucchero. Tempo buono vento laterale che appena voltiamo ci spinge anche un pò.

Arriviamo cosi in questo buffo paese, dove la costa è stata colonizzata dai resort. ( Qui il mare è effetitivamente quello caraibico da cartolina!)

il paese invece si stende piu in alto a 500 metri dal mare.

La simpatica signora della casa particular che ci ha ospitato, ci ha spiegato che lo stato, per costruire i resorts “all inclusive” a 5 stelle con costi proibitivi ( si arriva anche  a più di 200 euro!) ha confiscato le case di chi abitava sul mare offrendo come contropartita 4 appartamenti.

La nostra signora, a parte la nostalgia della vecchia casa sul mare, e tutti gli altri abitanti del paese, vivono così, agiatamente, affitando case ai turisti non amanti dell’ “all inclusive”.

E qui finisce il nostro cicloviaggio. Un giro scariche per raggiungere altre belle spiagge il giorno dopo e ci si prepara al rientro…con il solito rito dell’imballaggio delle bici, sotto curiosa osservazione ed aiuto dei nostri amici cubani che si erano gentilmente prodigati   per  procurarci del cartone. Trasporto al Holguin con mezzo.

Conclusioni:

Un viaggio che consiglio vivamente e alla portata di tutti, poco costoso, ( calcolate 25-30 euro  al giorno ( i dollari non servono ), , perfetto per la bici  almeno finche ci sarà  così poco traffico. La  popolazione è accogliente e devo dire nella parte sud est non ancora intaccata dai danni  arrecati dal turismo di massa.  Buon cibo, mare caraibico,  ron, mojto… che altro vi serve per convincervi?

Buon cicloviaggio!

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