ASSETTO: Borse Laterali
AREA: Europa
PAESI: Grecia
PARTENZA: Venezia (porto di Fusina)
ARRIVO: Patrasso
DATE: Dal 18/09/2021 al 03/10/2021
DURATA: Da 11 a 20 giorni
KM TOTALI PEDALATI: 650
GIORNI PEDALATI: 9
STERRATO: 10 %
ASCESA TOTALE: 5084 mt
QUOTA MASSIMA: 950 mt
PARTECIPANTI: 4
BAMBINI: NO
Il trasferimento in Grecia (Igoumenitsa o Patrasso) si puo’ fare con il traghetto (biciclette gratis) imbarcandosi a Venezia, Ancona o Bari). Da Venezia (Fusina per la precisione) ci vogliono ca. 25 ore per Igoumenitsa e 32 per sbarcare a Patrasso.
Si possono prenotare le cabine oppure dormire sul ponte (in realtà è tollerato che si dorma all’interno con materassino o sulle poltroncine dei bar, ma non con i cani).
Oltre agli hotel si trovano facilmente stanze in affitto, b&B, airbnb e pure appartamenti. Noi abbiamo provato un po’ tutte queste soluzioni. Come da noi è proibito il campeggio libero (ma per esperienza ho visto che non ci fanno troppo caso…se defilati). I campeggi sono abbastanza “spartani” anche se recentemente ho visto qualche campeggio dotarsi di casette in legno e solitamente sono puliti (ricordatevi di verificare se sono all’ombra…altrimenti è da soffocare con il sole che picchia).
Mangiare nessun problema, ci sono tante taverne a buon mercato e buoni cibi (usano molto la gliglia sia per carne che per pesce).
Bere: consiglio di assaggiare l’ouzo (anice) e il tsipuro (grappa con elevata gradazione).
Finalmente di nuovo in viaggio, dopo 16 lunghi mesi di quasi totale stop a causa covid.
Un viaggio in Peloponneso concepito insieme ai miei soliti 2 compagni di viaggio che però all’ultimo non hanno potuto partecipare e quindi ho intrapreso il viaggio insieme ad altre 3 persone con le quali non avevo mai viaggiato: Giuseppe, Caterina e Carlo; se vogliamo un salto nel vuoto che però, a consuntivo, si è dimostrata una bellissima esperienza di condivisione e di grande gioia.
Va anche detto che in Peloponneso io ci sono già stato una quindicina di volte (mentre gli altri amici mai), però mai in bicicletta, sempre in auto girandolo pressochè tutto. Quindi ero convinto di non scoprire più nulla e di fare un po’ da Cicerone ai miei nuovi amici.
In verità è stato anche per me un viaggio di scoperta di una Grecia diversa; pedalando per strade sterrate o per strade interne ho incontrato la Grecia rurale, fatta di duro lavoro dei contadini con trattori che noi usavamo 30 anni fa (niente aria condizionata e stereo in cabina) e case con cortili polverosi dove convivono cani (tanti), galline, pecore, capre e pure qualche cavallo, coltivazioni di arance e limoni, alternate a grandi distese di ulivi.
Durante la prima tappa ho scoperto pure la nuova zona delle serre, chilometri e chilometri di serre in costruzione (in parte finanziate dall’Europa) che tanto mi ricordavano la zona di Almeria in Spagna, detta anche il “deserto di plastica”.
Abbiamo viaggiato con una temperatura che variava dai 28/34 gradi durante il giorno ai 18 gradi di notte, mai una goccia di pioggia ed in quasi totale assenza di umidità.
Abbiamo anche avuto qualche accenno di Melteni, il vento che soffia da nord, che si manifesta come fosse un phon acceso ed indirizzato sui nostri corpi.
Vi descrivo brevemente le nostre tappe tanto per dare delle indicazioni a chi volesse intraprendere questo viaggio.
Noi abbiamo raggiunto il porto di Fusina (Venezia) in bicicletta dalle nostre abitazioni e ci siamo imbarcati il 18 settembre sul traghetto della Anek che, dopo 32 ore di navigazione, ci ha sbarcati a Patrasso (altre tratte per la stessa destinazione partono da Ancona e Bari ).
20 settembre Patrasso – Katokolo 103 km con 236 mt di ascesa
Tappa abbastanza semplice che ci regala la vicinanza alla costa e poi la scoperta delle serre verso l’interno.
Trascorriamo la nottata a Katokolo, un paesino lungomare, in un appartamento con 3 comode camere da letto e ben attrezzato. Cena in una taverna fronte mare a base di ottimo pesce fresco e buona birra.
21 settembre Katakolo – Megalopoli 122 km con 1.057 di ascesa.
Tappa “complicata”. Il programma prevedeva l’arrivo a Ochalia con 90 km e circa 500 mt. di ascesa, in pratica iniziavamo ad arrampicarci sulle montagne, però in approccio lieve per km e per ascesa.
Non è andata così: arrivati alle 17 ad Ochalia abbiamo scoperto che i 3 b&b segnalati do Booking e su Google di fatto erano chiusi e nessuno rispondeva al telefono. In una area di servizio un ragazzo greco ha fatto svariate telefonate per trovarci da dormire ma…nulla di fatto, neppure la ricerca del pope del luogo per un aiuto ha dato dei frutti…quindi abbiamo studiato la carta ed individuato in Megalopoli il luogo dove avremmo trovato da dormire es abbastanza in linea con la direttrice stradale che avevamo preso. Peccato pero’ che ci separavano altri 30 km e 500 mt. di ascesa!…con il buio che incombeva!
E’ finita che abbiamo raggiunto l’albergo a Megalopoli alle 22.30 dopo aver pedalato con il solo aiuto dei nostri fari, fortunatamente su una bella arteria in assenza di traffico che invece era presente sulla nuova autostrada attigua. Una gran bella dormita. Al mattino la proprietaria dell’albergo, per ringraziarci della nostra scelta. ci ha offerto prima della ripartenza un bel bicchiere di tsipuro (grappa) fatto in casa, che si è fatto sentire per le successive 2-3 ore.
22/23 settembre Megalopoli – Sparta 66 km con 997 mt. di ascesa
Tappa abbastanza impegnativa per le salite che a volte toccavano i 12-14 %, con paesaggi mozzafiato verso la pianura e, fortunatamente, poco traffico.
Raggiunta Sparta decidiamo di fermarci un paio di giorni per poter visitare Mistras e la stessa Sparta.
Per visitare Mistras prendiamo un taxi che ci porta alla sommità della collina, da dove inizia la discesa attraverso un percorso sterrato/roccioso con un imprecisato numero di chiesette bizantine (costruite dal 1.249 d.c.) con affreschi suggestivi e ben conservati. Questo luogo è stato dominato da Crociati, Turchi, Veneziani, Francesi, Greci e nel 1989 è stato dichiarato Patrimonio dell’Unesco) Ci impieghiamo quasi 3 ore a visitare il tutto, fermandoci anche ad ammirare il paesaggio sottostante.
Sparta invece è una città moderna e poco è rimasto della famosa Sparta che abbiamo studiato nei libri di storia, visitiamo lo stadio olimpico e ovviamente la statua eretta a ricordo dell’epica impresa di Leonida ed i suoi trecento.
24 settembre Sparta – Tripoli 58 km con 980 mt. di ascesa.
Altra tappa abbastanza impegnativa in termini di salite affrontate ed anche per qualche guaio meccanico e forature.
In cima ad una salita ci troviamo con 3 gomme forate, solo Caterina ne esce indenne. Fortunatamente c’è un caseificio vicino ed una signora ci offre una bacinella d’acqua per individuare le forature e porvi rimedio.
Questa operazione ci richiede un’oretta, per fortuna all’ombra di un gazebo e di alberi (almeno abbiamo forato in un luogo favorevole).
Successivamente, dopo un mio stop “ecologico” spingo sui pedali e rompo la catena della bici e, dato che tutti noi avevamo appena messo le catene nuove, non abbiamo pensato di portarci lo smagliacatena e qualche maglia e quindi: Huston ho un problema!!! Convinco i miei compagni ad andar avanti mentre io avanzo a mano e provo a fare autostop dato che in zona molti si muovono con il pick up.
Dopo 3 km a piedi e nessun passaggio raggiungo i miei amici in un’ area di sosta con un ristorante/bar. Chiedo aiuto ad un cameriere che subito mi indirizza da quello che credo fosse il proprietario: un ciclista!
Nel giro di mezz’ora ed un paio di birre, mi trova un passaggio in pick up tramite un suo conoscente che mi porta appositamente a Tripoli dal suo meccanico che lui aveva già contattato, senza volere un euro per solidarietà tra ciclisti…l’ho abbracciato!
Ci ritroviamo insieme post riparazione bici (ed acquisto smagliacatena e catena nuova intonsa) all’albergo che avevamo in precedenza prenotato su booking.
Tripoli citta’ viva con una bella chiesa ed una disceta “movida” serale.
25/26 settembre Tripoli – Nauplia 72 km con 580 mt. di ascesa
Dopo gli “incidenti” del giorno precedente a Nauplia arriviamo sereni e felici nel tardo pomeriggio e troviamo riparo in un appartamento sopra la collina che domina Nauplia, con una speciale vista città/mare e sulla fortezza di Palamidi che ci lascia tutti a bocca aperta.
Nauplia è stata capitale della Grecia dal 1822 al 1834 e si sono succeduti, in epoca “moderna” turchi, veneziani e greci alla guida della città, tant’è che si ritrovano i segni di questi passaggi nei suoi punti più rappresentativi, uno su tutti la fortezza veneziana di Palamidi costruita tra il 1687 ed il 1715.
A Nauplia ci fermiamo 2 giorni per darci il tempo di visitare sia la città, che merita soprattutto la sera quando si anima di persone nelle molte taverne con i tavoli per strada e nella passeggiata sul lungomare, ma soprattutto per visitare il famoso Teatro di Epidauro costruito nel 360 a.c. e universalmente considerato il più antico teatro greco, perfetto sia per quanto riguarda l’estetica ma soprattutto per l’acustica (un fiammifero acceso al centro del “palco” si può sentire fino alla sommità della platea).
Epidauro dista circa 25 km da Nauplia e per arrivarci abbiamo affittato un taxi per la mattinata (70 € da dividere per 4), viceversa la visita ci sarebbe costata tutta la giornata anche con salite impegnative. I taxi non sono molto costosi e per i siti archeologici hanno di solito un prezzo fisso.
27/28 settembre Nauplia, Micene, Ancient Corinto 61 km con 621 mt. di ascesa.
Lasciamo Nauplia, con la voglia di restarci, e ci dirigiamo a Micene per visitare la “cittadella” che, secondo la mitologia greca, fu fondata da Perseo nel II millennio a.c. e ancora oggi si presenta sostanzialmente ben conservata e induce ad immaginare come poteva essere all’epoca.
Dopo 3 km di dura salita, arriviamo davanti alle sue mura ciclopiche ed alla famosa “porta dei leoni” che ci strega per diversi minuti, malgrado un sole a picco che incombeva sulle nostre teste. La visita ci ha impegnati per circa 2 ore tra cittadella e tombe dei re poco distanti. Purtroppo non abbiamo avuto il tempo di visitare il museo allestito all’interno di Micene.
Poi, riprese le biciclette, abbiamo raggiunto Ancient Corinto e trovato alloggio in una bella struttura a 200 metri dal sito archeologico di Corinto.
Il giorno seguente abbiamo adottato la tattica oramai consolidata del taxi. Con 50 euro abbiamo avuto a disposizione il taxi che ci ha portato a visitare lo stretto di Corinto (il passaggio sul ponte pedonale merita la visita), l’acropoli di Corinto (posta in una collina a 575 mt. s.l.m.) e quindi il sito archeologico di Corinto con il suo splendido museo che raccoglie pezzi di grande rilievo e statue imponenti.
29 settembre Ancient Corinto – Xylocastro 30 km e 30 mt di ascesa
Con questa breve tappa, che ci ha consentito di dilungarci su Corinto, abbiamo lasciato il Golfo Saronico sul mar Egeo per riparare sulla costa ionica del Golfo di Corinto.
Un trasferimento “leggero” per una larga e poco trafficata strada che iniziava tra le montagne per poi sfociare in una valle che con una ripida discesa si ricongiungeva alla vecchia strada costiera regalandoci dei panorami marini incantevoli e spiagge incontaminate di sabbia che lambivano il mare che si presentava con varie tonalità di blu.
30 settembre Xylocastro – Diakopto 45 km con 156 mt. di ascesa
Oramai siamo in dirittura di arrivo e ci fermiamo a Diakopto in un albergo fronte mare con l’idea iniziale di fare un bagno. Purtroppo l’assenza di una spiaggia (mare impetuoso delimitato da una barriera di cemento lungo tutta la costa) ci impedisce di realizzare l’idea iniziale.
Giuseppe scopre l’esistenza di un trenino a cremagliera (tipo il Bernina per capirci) che dopo 22 km raggiunge Kalavryta (1 ora di viaggio), località nota ai greci per la strage perpetrata dai nazisti nel 1943 che sterminarono la popolazione maschile provocando 693 morti tra i civili.
Visita al museo dell’olocausto ed alla piazza del Sacrificio per poi rientrare a Diakopto.
1 settembre Diakopto – Patrasso 65 km con 427 mt di ascesa.
Siamo all’epilogo. Partiamo da Diakopto con la gomma a terra di Caterina (così siamo stati tutti “battezzati” almeno una volta) e raggiungiamo Patrasso nel tardo pomeriggio, concedendoci l’ultimo pasto di pesce lungo la costa. A mezzanotte ci imbarchiamo sul traghetto ed approfittiamo delle 32 ore di rientro per farci delle belle dormite e sontuose colazioni.
Il 3 ottobre sbarchiamo a Fusina e ognuno di noi raggiunge la propria abitazione in bicicletta.
Sintesi: un viaggio che ci ha arricchito di conoscenze, lustrato gli occhi per ciò che abbiamo visto e splendido anche nella compagnia. Si coniglia di farlo a settembre o in alternativa a giugno, evitando luglio/agosto per la grande massa di turisti che affollano la Grecia.
Purtroppo per ragioni di tempo non siamo riusciti a visitare Monemvasia, una perla di costruzione veneziana nel comprensorio del Mani, a 140 km da Calamata.
Imperdibili le serate a Nauplia, con le sue taverne con i tavoli sulla strada (su tutte Vasilis).
Imponente il sito di Micene (fosse anche solo per la “porta dei leoni”) ed il suo museo.
Mistras con le sue chiesette bizantine vi farà gioire (bella passeggiata a piedi. Consiglio di prendere taxi e farsi portare in cima al castello per poi fare la discesa).
Di assoluto rilievo il sito di Ancient Corinto, il relativo museo che contiene dei pezzi pregiati, l’acropoli (da raggiungere in taxi) e, per gli amanti del genere, lo stretto di Corinto.