NELLA TERRA DI WILLIAM WALLACE , TWO WEEKS AROUND SCOTLAND BY BIKE
Il fiore simbolo della Scozia è il cardo.
L’origine della bandiera scozzese che è una dei vessilli più vecchi al mondo è tratta da una leggenda che vede come protagonista Sant’ Andrea
Nell’anno 832 D.C., Óengus II, re dei Pitti, guidò un’armata composta da Pitti e Scoti contro l’esercito degli Angli a circa 20 miglia, da dove oggi sorge Edimburgo.
Essendo i suoi uomini nettamente inferiori nel numero, il re fece voto di istituire Sant’Andrea come patrono ufficiale della sua nazione se Dio avesse aiutato gli scozzesi nella loro battaglia.
Il mattino del giorno dello scontro pare che alcune curiose nubi siano apparse in cielo, formando un X che ricordava la forma della particolare croce (“crux decussata”) che rappresenta la croce del martirio dell’Apostolo sant’Andrea, sul quale il santo era stato messo a morte.
Egli fu condannato a morte per crocifissione dai romani in Grecia, tuttavia chiese di essere crocefisso su una croce diagonale poiché non si riteneva degno di morire su una croce simile a quella di Gesù. Proprio questa immagine, il cielo blu solcato da una X bianca, è quella che troviamo oggi nella bandiera della Scozia. Il cosiddetto Saltire !!
Quasi inutile specificare l’esito della battaglia: gli scozzesi esaltati da quel presunto segno divino vinsero eroicamente, benché l’esercito degli Angli fosse molto più esteso e meglio attrezzato.
Da quel glorioso giorno Sant’Andrea divenne quindi ufficialmente patrono della Scozia.
L’animale ufficiale della Scozia è l’unicorno, che è un animale che non esiste.
È una nazione circondata dai mari, tranne che a sud, perché a sud c’è l’Inghilterra. Anche di acqua dolce sembra non sentirne la mancanza: più di 965 km2 del suo territorio sono occupati da laghi. Il Loch Lomond è lago più grande, il Loch Ness il più celebre. Loch è una parola “scozzese” antica e significa “lago”. Piove spesso. Per rimediare al problema, nel 1824 il chimico Charles Macintosh, nato a Glasgow, ha inventato l’impermeabile (che alcuni in Gran Bretagna ancora chiamano “Mac”).
Nonostante tutta quest’acqua, l’elemento naturale che sembra averne levigato i paesaggi è il vento.
Scotland deriva da Scoti, che è il nome latino che era dato a quelli che parlavano il gaelico.
La forma più comune per i cognomi gaelici è quella che inizia con mac (gaelico per figlio), come nel caso di Mac GhillEathain (MacLean). Il femminile è nic, l’abbreviazione di inghean mhic figlia del figlio, quindi Catherine MacPhee, in gaelico, è propriamente Caitrìona Nic a’ Phì.
La Scozia ha approssimativamente 790 isole, di cui 130 sono ancora inabitate. La sua superficie, 78.764 km2, è più o meno comparabile a quella della Repubblica Ceca, degli Emirati Arabi Uniti, di Panama . Ci sono all’incirca 66.7 abitanti per km2. Poco più di cinque milioni in totale.
Vi abitano animali che non si trovano da nessun’altra parte, tra cui il topo di Rhum, la pecora selvatica soay, gli uccelli di St. Kilda, il cervo rosso. Molto diffusa è anche la mucca delle Highland, che è una mucca con le corna.
Prendiamo un attimo di respiro . salite a bordo si parte alla volta di Edimburgo
Atterrati in aeroporto a Edimburgo montiamo velocemente le nostre biciclette fortunatamente tutte integre dopo il trasporto aereo, quindi partiamo alla volta del villaggio di Stirling , famoso per la famigerata battaglia dello Stirling Bridge in cui le armate scozzesi, guidata da William Wallace, sconfissero l’esercito inglese nel 1297 e poi ancora nel 1314 sotto il comando di Robert Bruce . Il Castello di Stirling domina la vallata con la sua imponenza, arroccato su una rupe alta 750 metri a strapiombo sul paesaggio circostante, caratteristica che rese il maniero praticamente inespugnabile .Il primo giorno di bicicletta ci ha introdotto nella meravigliosa regione dei Trossachs national park , spesso definita come le “Highlands in miniatura” per raggiungere l’isolato villaggio di Crianlarich dove oltre a far fatica a digerire un’improbabile pizza , dobbiamo faticare a digerire anche la sconfitta ai rigori della nostra nazionale contro la Germania .
Il giorno successivo facciamo subito esperienza del meteo scozzese. Continuiamo a inoltrarci nel Trossachs regione montuosa e umida. Strada bella e impegnativa nel dislivello con pioggia battente a tratti autentico diluvio. Vento forte contrario a tratti. I primi 50 km ci testano duramente. Il nostro equipaggiamento antipioggia funziona. Dopo una lunga discesa giungiamo al visitor center di Glenncoe, siamo ghiacciati e bagnati ogni dove , , fa un freddo cane …ci riprendiamo con un te e un dolcetto e giungiamo in serata a Fort William.
Di mattina siamo sempre un pochino lenti a partire ( troppe cose da sistemare sempre, non siamo ancora Highlander , siamo ancora italiani … ) , pero poi quando si va andiamo sul serio ( noi ci impegniamo solo quando serve ) . La prima ora la media sfiora i 18Km/h, stiamo tutti bene e si vede . Anche se rimane nuvoloso. Non piove quasi mai e questo ci mette di buon umore . Arriviamo a Glenfinnan luogo veramente suggestivo, incastonato fra le montagne e con lo sguardo sul fiordo che si perde all’orizzonte. Famoso anche per il viadotto a 21 arcate su cui passa la West Highland Railway, diventato celebre per essere stato più volte immortalato nella saga cinematografica di Harry Potter. Da qui inizia la vera tappa del giorno, le salite diventano delle vere rampe, la strada e bella e noi rispondiamo uniti dente dopo dente svalichiamo sempre in sella , poi nelle discese rilanciamo ci diamo davvero dentro e arriviamo ad Ariag dove facciamo la sosta pranzo, siamo a 11 Km da Mallaig dove alle 3 PM abbiamo il ferry per l’ isola di Skye . Completiamo l’ultimo tratto in 50 minuti , con due salite davvero difficili , arriviamo dentro il traghetto mentre il portellone si sta per chiudere , c’è l’abbiamo fatta per un pelo ,this is the Italian style… Gli ultimi 27 km li affrontiamo con calma ci godiamo il paesaggio dell’isola di Skye siamo qui per questo e pensiamo alle nostre gambe i giorni sono ancora molti e il momento di tirare i remi in barca e risparmiare un po’ di fatica .
La speranza di pedalare in pantaloncini corti che avevamo coltivato la sera prima ,svanisce al mattino. Il cielo con il sole è un lontano ricordo, sembra un sogno di un’alba che non c’è. Partiamo sotto un autentico diluvio, la pedalata a tratti assume contorni epici.
Giornate che si racconteranno un giorno ai nipoti. Dell’isola di Skye ricorderemo la pioggia e le nuvole che ci avvolgevano. Giungiamo a Portree , entriamo in un ristorante e cerchiamo un po’ di tepore. Mangiamo un ottimo piatto di pasta e un buon caffè caldo ci danno la forza per fare gli ultimi 25 km e arrivare a Uig per imbarcarci per l’isola di Harris (Ebridi esterne). Ora c’è il sole , proprio quando siamo in nave ! Il tratto di mare da attraversare è lungo ne approfittiamo per una cenetta di pesce in nave. Speriamo ancora una volta che il sole domani ci illumini la sveglia , il tramonto è davvero da cartolina, ci addormentiamo stanchi ma felici.
Oggi avremmo dovuto percorrere le Ebridi esterne, solo in teoria però. La giornata si presenta con il sole (tanto cercato e invocato negli ultimi giorni) . Pronti via e Ulisse inforca in pieno (a colpo sicuro…) un bordo di marciapiede e piega il tubo della forcella, sterzo completamente bloccato . Anche se c’è il sole, tutto sembra improvvisamente cupo. Siamo partiti da 500 m… e siamo già fermi con una rottura che sembra impossibile risolvere nel luogo dove ci troviamo. Tarbert è il nulla !!
I 25 anni di tour fatti in giro del mondo contano, intuisco che bisogna arrivare a Stornoway il prima possibile per avere una minima possibilità di riparare la bici , il proseguimento del tour è fortemente a rischio . Tarbert è piccola le possibilità di trovare qualcosa sono poche. Il bus di linea e una di queste.
Quando l’autista apre il vano di carico, capisco che le bici ci possono stare. In un ora siamo a Stornoway, troviamo l’unico meccanico dell’isola, ma ha solo forcelle per mtb, un nuovo sconforto ci assale. Tentiamo il tutto per tutto raddrizzare in morsa il tubo della forcella piegato di 20 gradi. L’operazione sembra riuscire quindi cerchiamo di recuperare qualcosa della giornata in bici che avevamo programmato. Puntiamo ai Menhoir di Callanish, il tempo nel frattempo cambia e arriva la solita pioggia quotidiana. Il sito di Callanish Stone è interessante. 18 miglia è una pioggia battente ci separano da Stornoway. Non saranno due ore facili, ma ora mai siamo diventati highlander… La serata finisce con una mega spaghettata al pesto, carburante Ideale per affrontare la tappa di domani sulle Highlands.
Il lungo traghetto che collega Stornoway a Ullapool parte presto al mattino seguente , la traversata dura quasi tre ore. Io non sto benissimo , la nave è grande ma dentro si balla un po’ . Iniziamo a pedalare verso le 10 . Tappa breve ma con dislivelli marcati. Ci sono rampe davvero dure siamo sulle Highlands . L’uscita da Ullapool è qualcosa di assolutamente faticoso . Dopo circa 2 ore di grande fatica svoltiamo su una strada a single trac. Sarà una delle strade più belle che mi sia mai capitato di percorrere in bicicletta. Seguiamo la costa in mezzo al verde delle felci e con insenature e pezzi di Loch mozzafiato . Difficile ma bellissima, ammiriamo paesaggi davvero stupendi .
La tappa è breve e riusciamo a chiuderla presto proprio quando torna farsi vedere sorella pioggia, non poteva mancare dalla nostra giornata
Ma oramai siamo ben sistemati e al caldo .
Il pomeriggio lo usiamo per rilassarci un po’ ne avevamo bisogno dopo una settimana cosi intensa.
I prossimi due giorni sono dedicati all’attraversamento delle Highlands settentrionali da Ovest a Est , la prima giornata è facile rispetto alle precedenti. Usciamo da Lochinver incontrando qualche rampa impegnativa poi la strada si semplifica un vento imponente da sud ovest si pone in coda e questo elemento contribuisce a far diventare la giornata notevolmente più facile .
Procediamo spediti , senza incontrare anima viva o abitazioni in mezzo a laghi e felci verdi che dipingono un paesaggio da favola.
Arriviamo a Invershin nel primo pomeriggio la proprietaria del lodge ci accoglie in modo gentile . Usiamo anche oggi il tempo che avanziamo per recuperare le fatiche della settimana.
Il giorno successivo un po’ più difficile, usciamo dalle Highlands , puntiamo verso sud est. Troviamo fattorie e allevamenti di pecore e bovini. Strada tranquilla che ci porta all’antico traghetto di Cromatry in passato usato dai re do Scozia per accedere alle terre alte del nord. La seconda parte del percorso risulta più impegnativa ma molto molto bella. Seguiamo la ciclabile n. 1 che ci porta fino al grande ponte di Inverness. Tutto il giorno abbiamo corso senza pioggia ci sembrava normale, ma non sarà così , infatti all’ingresso in città un’onda di pioggia ci raggiunge e arriviamo al nostro alloggio bagnati come dei pulcini. Facciamo una bella passeggiata in città davvero interessante Inverness peccato che continui a piovere. Quando ci mettiamo a letto, esce il sole. Prevedere il tempo in Scozia e come sapere cosa farà domani una bella donna !!
La colazione alla guest House di Inverness è davvero strepitosa, siamo ospitati a casa di veri scozzesi !! . Ci alziamo con il sole ma partiamo con la pioggia, sarà il leitmotiv della giornata.
Seguiamo quasi in maniera integrale la ciclabile n 78. Quando giungiamo al celeberrimo lago di Lochness; questo lago stretto e lungo 37 chilometri gode di una fama smisurata grazie alle leggende legate a Nessie, il mostro delle acque che da decenni alimenta la fantasia di scrittori, turisti e appassionati di misteri. Occhio a fermarsi a scattare foto , molti turisti non sono stati più ritrovati …. del mostro in realtà non c’è traccia, ma in compenso la strada si inerpica con innumerevoli rampe dalle pendenza out of range . Nel frattempo diluvia e spingere la bici under the rain non è la cosa migliore che ci possa essere. E’ la seconda domenica di pioggia forte !!. Che barba !! Arriviamo a Fort August un po’ cotti. Risaliamo il canale di Caledonia con il suo imponente sistema di chiuse ,ora la pista si è spianata, ma il fondo sterrato è bagnato , una poltiglia prima bianca e poi rossa si attacca alle nostre ruote e ci concia per bene tutti quanti . Dura fare anche gli ultimi 20 km. Arriviamo stanchi e sporchi, biciclette e borse comprese . Lo sterrato bagnato ci ha conciati davvero male . Domani ci aspetta la prima delle due tappe di montagna sui Cairngorm Mountains . Qualcuno è preoccupato difficile motivarlo dopo una giornata cosi dura .
Da South Laggan ad Aviemore era la tappa più lunga in programma per questo una delle più temute .Al via la giornata si presenta disastrosa pioggia a go go.Tuttavia le previsioni parlano di meteo in miglioramento . Al primo colpo di pedale la pioggia cessa. Si grida al miracolo!!Arriviamo a Spean Bridge dopo 20 km la gamba è buona. Visitiamo il monumento dedicato ai Comando inglesi, morti nella II° Guerra Mondiale . Rinforziamo la colazione e affrontiamo la prima grande salita dei Cairgorms mountain. La pendenza non è proibitiva saliamo in agilità con un buon passo. Iniziano poi 50 km di strada lievemente ondulata, spinti da un po’ di vento, da sud ovest arriviamo a Newtonmore con una media che ci sorprende . Siamo un ora di anticipo sulla nostra tabella di marcia. Siamo oramai dentro il parco naturale incontriamo cervi ,scoiattoli , pecore, topi, sulla strada viaggiano davvero tutti. Arriviamo felici ad Aviemore sede del parco naturale dei Cairgorms . Il paese pullula di escursionisti e offre attività outdoor di ogni tipo. Noi abbiamo un ottimo alloggio e cominciamo a pensare alla tappa di domani, 5 colli e 1200 m di dislivello da affrontare è questa la tappa più dura del tour di Escocia… Ci sarà molto. da camminare… Step by step.
Il programma del tour prevede l’attraversamento del Cairgorms national park, la più elevata catena montuosa del Regno Unito, con antichi boschi, animali rari e flora alpina.
E’ la tappa dei 5 colli. Mi presento in calzoncini corti il tempo è buono, non piove e non fa freddo. S’inizia bene ma già al primo colle troviamo una pendenza esagerata. Sarà una costante per ogni colle gli ultimi 2 km hanno pendenze dal14 al 20 % impossibile salire con il nostro carico. Si spinge a piedi ma anche così non è facile. La fatica alla lunga gioca un ruolo importante, qualcuno comincia a pensare di arrivare e basta, le soste fondamentali per il recupero e il reintegro dei liquidi saltano. E’ un errore da principianti. La paura dentro di noi gioca sempre un ruolo importante, difficile anche per me intervenire sulla psiche delle persone si rischia di produrre solo confusione e nervosismo. Anche qui l’esperienza mi suggerisce di stare in silenzio ma nello stesso tempo cerco di concedermi più recupero possibile e lo faccio soprattutto nei tratti più impegnativi scollinando sempre un po’ in ritardo. Arriviamo stanchi e un po’ imbronciati , la stanchezza si fa sentire.
Inutile aggiungere parole entriamo nelle nostre camere in silenzio distrutti da una tappa, certamente dura ma anche da una condotta errata. Posso dire che oggi mi sono salvato solo con l’esperienza di tanti anni di cicloturismo restando sempre sulla difensiva ma non è che mi sia goduto tanto la giornata. Ma queste giornate nel cicloturismo succedono, cè sempre un perchè dentro di noi da esplorare , L’ importante è ripartire . Domani ultima vetta da valicare sarà la cima coppi del giro di Scozia, poi discesa fino alle porte di Perth l’antica capitale della Scozia. Ora però è tempo per un meritato riposo. Good night Scotland!
Archiviato il tappone di montagna , partiamo con il sole e con il sorriso ritrovato , ammiriamo tutta la bellezza del Glenshine colori vivi con toni di verde davvero belli. Colline ricoperte di ginestre color viola, animali selvatici in ogni angolo le immancabili pecore, sembra il paradiso, meno per la strada che sotto i nostri pedali sale e ci fa faticare per quasi due ore fino a che giungiamo al top hill del tour a 685 m s.l. La discesa e piena d’insidie tecniche strada stretta ondulata come una gobba di cammello rilanciamo spesso l’andatura alla fine in due ore scarse, facciamo 40 km e giungiamo a Blairgrowie primo centro della regione del Perthshire. Siamo nel cuore della storia scozzese qui erano eletti i re di Scozia . Siamo anche nella terra del beef Angus la mitica e buonissima carne scozzese. Allevamenti e macellerie in ogni angolo. Arriviamo prestino a Birnam e ci rilassiamo in un ottimo alloggio con l’immancabile te scozzese accolti da una gentile quanto caotica proprietaria.
Partiamo da Birnam con un bellissimo sole e ci immettiamo sull’A9 In direzione Perth. La strada ci fa un po’ paura ci troviamo su una highway scozzese ad alto traffico , tutti corrono , anche noi .In soli 50 minuti siamo a Perth con il contachilometri che segna già 22 km fatti !! Ancora una volta quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare , siamo italiani, non c’è niente da fare ci impegniamo solo quando l’acqua tocca il c…
Entriamo a Perth percorrendo la ciclabile lungo il fiume Tay che ci porta nel centro storico della cittadina davvero molto bella ricca di storia e di verde. Qui si vede lo stile nobile scozzese .Riprendiamo la marcia l’obiettivo di oggi è il Fife con la sua capitale st.Andrews patria del golf. In ingresso costeggiamo e calpestiamo (che emozione !! ) il mitico old Course il campo da golf più antico del mondo. E’ nato qui il golf. Per alcuni km lungo il mare si vedono solo campi da golf con un manto erboso perfetto. St. Andrews , la più antica città universitaria della Scozia, ancora oggi ricca di fascino e di suggestioni per la sua atmosfera aperta e ariosa affacciata sul Mare del Nord. Le viuzze affollate di studenti in divisa, i resti del castello e della cattedrale che si ergono maestosi le regalano un quadretto pittoresco da non perdere .
Riprendiamo la bici e la meta finale e il bellissimo villaggio di pescatori di Anstrutther. Siamo in pieno Fife. Dormiamo in un bellissimo ostello in riva al mare ricavato da una antica libreria. La cena non può non essere fatta che con fish and chips e birra scozzese. Siamo oramai a un giorno da Edimburgo domani arriviamo.
Iniziamo il nostro ultimo giorno di bicicletta , destinazione Edimburgo. Costeggiamo la costa del Fife. Rinomata meta di escursionisti a piedi effettivamente vediamo indicazioni per il Fife path, tuttavia ogniqualvolta proviamo a seguirlo dopo un po’, perdiamo le tracce. Optiamo per la route sulla strada. Il traffico e i saliscendi non mancano. A tarda mattinata inizia una pioggia scrosciante e la goccia che fa traboccare il vaso . Stanchi, bagnati, e in mezzo a saliscendi che ci massacrano, decidiamo di porre fine dopo 50 km (ne mancherebbero altri 35 a Edimburgo) alle nostre sofferenze con l’aiuto di un treno. Peccato ma eravamo esausti e la pioggia era di quella destinata a continuare per ore come poi vedremo dalle stanze delle nostre camere. Edimburgo è una città piena di vita e davvero molto coinvolgente siamo un po’ stralunati dopo tanti giorni di vita isolata nei piccoli paesini , trovarci in mezzo a tutto questo caos diventa difficile adattarsi . Incontriamo una Scozia mai vista. La cena però la facciamo in un ottimo ristorante italiano. Al rientro a casa manca poco e bene riprendere le abitudini della nostra cucina.
Edimburgo è la capitale . La città, come Roma, è stata fondata su sette colli infatti noi l’abbiamo visitata a piedi . Su una di queste, Castle Rock, è sito il castello che la domina , noi lo visitiamo e ne rimaniamo colpiti dalla magia del luogo. È la città con più edifici storici al mondo. È divisa in una Old Town (città vecchia) e una New Town (città nuova). Città vecchia e nuova fanno parte del patrimonio mondiale dell’umanità perché beni protetti dall’Unesco.
Per terminare .
Il punto più alto della Scozia si chiama Ben Nevis ed è a 1343 metri di altezza, e noi ci siamo guardati bene dal farlo in bicicletta…, non tutte le strade passano per il Ben Nevis, e noi abbiamo preso un’altra strada …. Il paese ha tre lingue ufficiali: l’inglese, lo scozzese e il gaelico scozzese, che però è parlato soltanto dall’1% della popolazione. Famose invenzioni scozzesi sono la televisione, 1925, e la penicillina, 1928. Meritano nozione anche i logaritmi (1614), l’asfalto (1820) e i cerchioni degli pneumatici (1887). James Bond ha origini scozzesi, però noi non l’abbiamo incontrato , era in missione per conto della regina .
Il piatto tipico più diffuso è l’Haggis, fatto con cuore, fegato e polmoni di pecora, tradizionalmente bollito nello stomaco dell’animale. Infatti noi a Edimburgo abbiamo mangiato tipico al ristorante italiano ; Il 13% della popolazione hanno i capelli rossi, a me le rosse piacciono ma onestamente non ho trovato il mio tipo .
La prima partita di calcio internazionale l’hanno giocata a Patrick, a ovest del paese; si sono sfidate Scozia e Inghilterra. Correva l’anno 1872.
Dimenticavo . Agli scozzesi piace bere il whisky (che però è stato inventato in Cina), suonare la cornamusa (che però è stata inventata in Asia Centrale) e indossare il kilt (che però è stato inventato in Irlanda). Ma questo già lo sanno tutti.
Ringrazio i miei compagni di viaggio Ulisse e Michela per avermi accompagnato in questa splendida passeggiata in mezzo alla natura , pazienti e tenaci , presenti e disponibili sempre .
Chiudo citando il mio ispiratore in questo viaggio ,William Wallace :
Siete venuti a combattere da uomini liberi, e uomini liberi siete: senza libertà cosa farete? Combatterete? Certo, chi combatte può morire, chi fugge resta viva, almeno per un po’… Agonizzanti in un letto fra molti anni da adesso, siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni che avrete vissuto da oggi, per avere l’occasione, solo un’altra occasione di tornare qui sul campo a urlare ai nostri nemici che possono toglierci la vita, ma non ci toglieranno mai la libertà!
Tutti moriremo, è solo una questione di quando e di come .
Il tuo cuore è libero, abbi il coraggio di seguirlo.
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L’uomo non può mai smettere di sognare. Il sogno è l’alimento dell’anima come il cibo è l’alimento del corpo. Tante volte, nella nostra esistenza, vediamo i nostri sogni infranti e i nostri desideri frustrati, ma bisogna continuare a sognare, altrimenti la nostra anima muore e Agape non vi penetra. Agape è l’amore universale, quell’amore che è più grande e più importante del semplice “piacere” a qualcuno. Questo amore più grande è quello che ci dà l’impulso per continuare a lottare malgrado tutto, per mantenere la fede e la gioia, e combattere il Buon Combattimento.
Il Buon Combattimento è quello intrapreso perché lo chiede il nostro cuore. In epoche eroiche, quando gli apostoli giravano nel mondo predicando il vangelo, o al tempo dei cavalieri erranti, questo era più facile: c’erano molte terre da attraversare e tante cose da fare. Al giorno d’oggi, però, il mondo è cambiato, e il Buon Combattimento è stato trasportato dai campi di battaglia all’interno di noi stessi .
Il lento andare della bicicletta ci consente di ascoltare meglio noi stessi è scegliere così il destino della propria vita.
Come ascoltiamo determina chi siamo.
Chi e cosa ascoltiamo determina chi e cosa diventiamo in ogni istante.
Buon viaggio ciclo viaggiatori .
Hesed .
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