ASSETTO: Borse Laterali
AREA: Europa
PAESI: Norvegia
PARTENZA: Trondheim
ARRIVO: Svolvaer (Lofoten)
DATE: Dal 03/12/2019 al 20/06/2020
DURATA: Da 11 a 20 giorni
KM TOTALI PEDALATI: 884
GIORNI PEDALATI: 11
STERRATO: 10 %
ASCESA TOTALE: 9600 mt
QUOTA MASSIMA: 600 mt
PARTECIPANTI: 3
BAMBINI: NO
Chi viaggia in bici sa bene quanto sia arduo dire quale sia stato il viaggio più bello. Spesso sento dire che il viaggio più bello sarà il prossimo. Personalmente tutti i viaggi che ho fatto sono da 10…ma questo che vi voglio raccontare è da 10+.
NORVEGIA 2019 DA TRONDHEIM ALLE LOFOTEN PER 884 KM / 9.600 MT DI ASCESA.
A parte i dettagli tecnici, vorrei raccontarvi un pò di Norvegia e farvi venire la voglia di prendere la bici e visitare questo paese che mi è rimasto nel cuore.
Questo è stato il secondo nostro viaggio in terra vichinga, il primo è partito da Gardamoen (aeroporto a 50 km a nord di Oslo) e, costeggiando il mare, siamo arrivati a Bergen, per poi ritornare ad Oslo in treno; anche il solo fare questi 480 km in treno (7 ore e mezza) è stata una emozione: siamo stati svegli tutta la notte a guardare fuori dal finestrino (la “notte” è durata poco piu’ di un’ora!), attraversando qualche centinaio di ponti e oltre 200 gallerie, in un panorama innevato meraviglioso.
Memori della prima esperienza, quando ci siamo trovati all’inizio dell’anno per decidere la destinazione 2019, non abbiamo avuto dubbi, all’unanimità e senza discussioni tutti tre abbiamo deciso per il ritorno in Norvegia, con l’intento di raggiungere le isole Lofoten, ancora una volta via costa.
Per chi non lo sapesse, le isole Lofoten sono famose per il “baccalà” (merluzzo) e se qualcuno volesse approfondire la storia di questo pregiato pesce, tratta dai diari del nostro antenato veneziano Piero Querini che per primo ha raggiunte, per caso, quelle isole e scoperto il “baccalà”, non deve fare altro che leggere il libro “alla larga da Venezia” e non se ne pentirà.
Il nostro viaggio è iniziato il 3 giugno 2019 e devo dire che, diversamente dal primo viaggio, su 15 gg di permanenza abbiamo trovato solo 2 giorni di pioggia, per il resto il sole ci ha baciato a lungo.
Non voglio tediarvi con tappe, km giornalieri e altri numeri (se li volete sono a disposizione).
Vi voglio raccontare di panorami da favola, di ponti che spuntano tra i fiordi e si alzano fino al cielo (con relative ingiurie quando si debbono attraversare in bici), dell’emozione quando abbiamo passato, in traghetto, nella tappa Kilboghamn-Reipa, il circolo polare artico, con tanto di struttura “mappamondo” sulla terraferma e le sirene del traghetto che ne annunciavano il passaggio.
L’emozione di trovare all’imbarco dei traghetti compagni di viaggio che, come noi, in bicicletta avevano diverse destinazioni, per la precisione noi 3 italiani, 2 tedeschi che viaggiavano singolarmente, un francese e 2 ragazze norvegesi (lo so, puo’ sembrare l’inizio di una barzelletta), l’incontro (sempre in attesa del traghetto) con Lars e Inger, coniugi che andavano a trovare la loro figlia ed i nipoti a Kilboghavn e che volevano che ci unissimo a loro per la sera, l’incontro per strada, ad ammirare lo splendore di un fiordo, con Britta e Nicole da Francoforte… inutile dire che, a parte i coniugi norvegesi, tutti gli altri avevano l’età dei nostri figli.
Attraversare il ponte di Sandnessjoen, con pioggia e nebbia ha il suo perché, attraversare in traghetto o costeggiare dall’alto imponenti fiordi sono emozioni forti e sono “cartoline” che ti rimangono impresse per una vita.
Le Lofoten sono un capitolo a parte. Le abbiamo raggiunte traghettando da Bodo, dopo aver incontrato una mia carissima amica che avevamo ospitato a casa mia per conto di Intercultura, che poi, al rientro ci ha ospitato per cena a casa di sua mamma. Quella sera ci è servita per capire ancora meglio la vita dei norvegesi, le loro aspettative, il loro magnifico welfare e la loro voglia “atavica” di viaggiare.
Alle Lofoten Maurizio ha pescato un “sei” (un tipo di merluzzo) di oltre 5 kg che poi la nostra padrona del b&b ci ha fritto. Una cena che ricorderemo, come ricorderemo una cena in un campeggio a base di gamberetti pescati a 200 mt. di profondità, proprio nel fiordo adiacente il campeggio: “all you can eat” di gamberetti (belli grandi), salse varie, insalata e birra a fiumi.
Che dire di quando ci siamo fermati per prendere un caffe’ in un “bar” e quando siamo entrati il bar era fornito di termos con il caffè e delle fette di torta fatta in casa, mentre il resto del locale era occupato da dei telai per filare la lana ed il tipo produceva, sempre li, guanti, berretti e sciarpe? Fantastico.
E poi le persone. Curiose di sapere dove stavi andando e da dove eri partito, vogliose di aiutarti (spesso se ci fermavamo si avvicinava qualcuno per chiederci se avevamo bisogno). Incantate quando dicevi che venivi dall’Italia, molti di loro dicevano di esserci stati e ci sciorinavano Venezia, Roma, Milano, Napoli…
Noi ci rendiamo poco conto di cosa vuol dire presentarti come italiano, c’e’ più rispetto di quello che pensiamo.
Io sono stato fermato ben 2 volte ed intervistato da radio norvegesi che hanno voluto che raccontassi la nostra storia e cosa ci aveva spinto a viaggiare in Norvegia con la bici.
Un giorno eravamo fermi in un “bar” a bere un caffe’ (dal termos) proprio di fronte ad un fiordo, dove un papà stava dando lezioni di vela ai due figli. Ad un tratto ha accostato la barca, è sceso, ci ha raggiunto e ci ha detto: “ scusate se disturbo ma i miei figli vogliono sapere da dove siete partiti e dove siete diretti”…è stata una bella chiacchierata di una buona mezz’ora con questo signore e i suoi 2 figli, ovviamente tutti felici di aver sentito che eravamo italiani.
Lofoten, dicevo, con i suoi numerosi tralicci in legno con appesi fuori a seccare i merluzzi, un odore che si percepiva da lontano, il business del luogo, oltre al turismo, che però si percepiva a malapena, non di massa.
Fatica? Si a volte si faceva fatica. Nella tratta Vennesund – Sandnessjoen abbiamo fatto 108 km, in larga parte sotto la pioggia, per fortuna con soli 600 mt di ascesa, ma siamo arrivati alle 22, provati. Ricordo di aver trovato una hitte (casette in legno), entrato, acceso la pentola dell’acqua, fatto la doccia nel frattempo, buttata la pasta, condita e mangiata e …subito a letto a riposare! Tutto senza mai fermarmi.
Capitolo costi. La Norvegia è un paese caro ma se ti sai muovere puoi dormire nelle hitte (casette in legno ben attrezzate e calde-magari con la doccia in altro stabile) con una spesa di 60-90 euro per 3 persone. Tenete presente che, volendo, in Norvegia potete piazzare la tendo in qualunque posto perché è permesso dalla legge (addirittura su terreni privati, se del caso suggerirei, per buona educazione, di chiedere il permesso, che non viene mai negato, al proprietario).
Mangiare. Ristoranti, pizzerie sono abbastanza cari, mentre nei supermercati il merluzzo, il salmone, la pasta ed i beni di primaria importanza costano piu’ o meno come da noi. La carne invece è molto costosa.
I traghetti non costano molto (a parte l’aliscafo con il quale siamo tornati da Svolvaer a Bodo…un salasso di un centinaio di euro). Non avevamo capito che era un aliscafo e poi dovevamo partire per l’invito a cena a casa della mia amica norvegese.
Ne parliamo del sole a mezzanotte? Stare all’aperto a mezzanotte a guardare il sole è una emozione meravigliosa, non sembra possibile che non si veda mai il buio, ma neppure un po’ di scuro.
Faccio sintesi: andateci, ne vale veramente la pena, non ve ne pentirete! …e non escludo che ci troviate li…
p.s.: a chi mi scrive il n# di cellulare a torchiostefano@hotmail.com invio con whatsapp il video completo del viaggio (30 min), se vi fa piacere vederlo.
Ciao a tutti e buone pedalate
In Norvegia è consentito il campeggio libero ovunque.
Noi abbiamo usato le Hitte, casette in legno all’interno di strutture campeggio.
Nelle hitte ci sono anche i fornelli elettrici e quindi…via di pasta, salmone e merluzzo (la carne costa cara), molto apprezzate le mie patate saltate con i gamberetti.
un apio di volte ci siamo fermati su dei b & b e devo dire che le colazioni erano veramente degne di nota.
il percorso è prevalentemente su strada, con poco traffico. alcuni tunnel da passare, alcuni ben illuminati, altri abbastanza scuri (si raccomandano le luci posteriori ben visibii).
Nel giorno di riposo, scarichi delle borse, ci siamo divertiti a pedalare su alcuni percorsi sterrati in mezzo alle pecore, immersi in una natura incontaminata, costeggiando un fiordo, abbiamo pure incontrato un sub che faceva riprese sottoacqua ed una barca di turisti che andavano a vedere le balene.
le Lofoten…ovunque voi andiate.
l’emozione di superare il Circolo Polare Artico, tante volte immaginato come un luogo freddo, innevato e poco accessibile…in realtà con l’arrivo della bella stagione era tutto in fiore.
Il sole a mezzanotte: uno spettacolo. io ho trascorso tutta la notte fuori dell’aeroporto di Bodo e non ho mai visto, neppure accennato, il buio e neppure la penombra.
le persone: trovate il tempo per fare una chiacchierata con loro, scoprirete che non sono “freddi” come vorrebbe lo stereotipo, sono curiose ed hanno una grande passione per i viaggi e per “scoprire” modi di vita diversi dai loro.