PATAGONIA 2009

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PATAGONIA 2009

Carretera Austral e Tierra del Fuego – Febbraio – Aprile 2009

Alessia ed io abbiamo cominciato a sognare di un lungo e bel viaggio in bicicletta praticamente subito dopo la nostra prima esperienza di cicloviaggio nell’estate 2008 sul Camino de Santiago. Le due settimane scarse di quella prima avventura erano state una rivelazione e avevano fatto nascere in noi il desiderio di misurarci con altri e più ampi orizzonti. Così a Natale del 2008, quando per vari motivi abbiamo realizzato che avremmo potuto stare lontani dall’Italia e dal lavoro almeno un mese lei ed almeno tre mesi io, abbiamo cominciato a confrontarci su quale destinazione scegliere. Tra le varie mete, dopo lunghi ed accesi dibattiti (“Islanda…no Bolivia…allora Cuba…perché non il Vietnam?…ah ecco sì l’Iran…”) abbiamo optato per la Patagonia, perchè da sempre destinazione ambita da viaggiatori ed avventurieri ed anche perché ispirati da alcune letture – Sepulveda, Coloane ed ovviamente Max Mauro con “Patagonia controvento” – e soprattutto dai resoconti entusiastici di altri Cicloviaggiatori. Il programma era il seguente: percorrere insieme l’intera Carretera Austral, che parte da Puerto Montt e scende lungo il Cile fino a Villa O’Higgins per più di 1000 km tra monti, fiordi, foreste e ghiacciai; poi proseguire in Argentina entrando all’altezza di El Chalten, arrivare a El Calafate e lì salutarci; io avrei poi proseguito da solo zigzagando tra Cile e Argentina fino ad arrivare in Tierra del Fuego e terminare il viaggio ad Ushuaia.

Ecco il resoconto di quest’avventura, con alcune indicazioni su strade, sistemazioni e quant’altro può essere utile.

 

13 e 14 febbraio 2009 in aereo da Roma a San Carlos de Bariloche

Abbiamo viaggiato con un volo AirEuropa fino a Madrid e poi con Aerolineas Argentinas fino a Bariloche, facendo scalo a Buenos Aires. Entrambe le compagnie sul loro sito riportano che ogni passeggero può portare 2 colli da 23 kg max ciascuno e che l’attrezzatura sportiva (biciclette comprese) rientra in questi limiti. All’aeroporto però gli operatori AirEuropa erano un tantinello indecisi se lasciarci imbarcare liberamente le bici imballate oppure farci pagare un extra di 80 Euro a bicicletta. Alla fine, dopo un pò di sorrisi e parecchia insistenza da parte nostra, ci hanno fatto partire senza caricare alcun costo (al ritorno dall’Argentina non abbiamo incontrato problemi al riguardo).

Bariloche è una stazione turistica assai frequentata ed in estate può esserci parecchia gente. Ci sono comunque tantissimi ostelli e residencial. Noi abbiamo dormito all’Hostel El Gaucho, buono

15 febbraio 2009 – autobus – Bariloche (ARG) – Puerto Montt (CHI)

Abbiamo viaggiato con la compagnia Viabariloche. Nonostante il biglietto l’avessimo comprato via internet segnalando che viaggiavamo con biciclette al seguito, una volta alla stazione hanno fatto tante storie: hanno preteso che togliessimo le bici dai pacchi e comunque ci hanno dato l’ok definitivo a partire soltanto una volta verificato che i bagagli di tutti gli altri passeggeri potessero entrare. Il viaggio dura ca. 6 ore.

Puerto Montt è tra le città più grandi del Cile meridionale, con decine di ostelli e strutture turistiche attrezzate. Noi abbiamo dormito all’Hospedaje Rocco, verso il porto di Angelmo, gestito da una simpatica signora un po’ suonata.

16 febbraio 2009 – bicicletta – Puerto Montt – Contao – 58,5 km

Prevalenza di ripio (sterrato in spagnolo), strada sostanzialmente pianeggiante. La strada si interrompe a La Arena. Per proseguire bisogna prendere un traghettino che porta fino a Puelche per mezz’ora di traversata. Il traghetto parte tutti i giorni ogni 45 minuti nella stagione estiva.

Contao è un agglomerato di poche case, come la maggior parte dei paesi che si incontrano sulla carretera. Ci siamo fermati al primo residencial che si incontra arrivando, il Mary, una enorme casa gestita da una famiglia affabile e riservata.

E’ curioso e divertente notare come alle volte viaggiando si abbia il bisogno di sicurezza, paletti, un cartello con scritto Partenza ed uno con Arrivo. Servono probabilmente a misurare e misurarsi, a mantenersi ancorati ad un’esperienza che porta a farti perdere. Ma alla fine è inutile perché il viaggiatore sa che in fondo il suo tragitto è iniziato prima a casa fantasticando del viaggio e non terminerà certo con l’arrivo. L’ho capito oggi, se mai ce ne fosse stato bisogno: ero lì che mi affannavo a individuare l’inizio della Carretera Austral per poter dire e dirmi “Ecco siamo partiti” quando chiedendo ad una persona lungo la via “Perdone, por la Carretera Austral?” mi sono sentito rispondere “Ya estais”, già ci siete.

17 febbraio 2009 – bicicletta, traghetto – Contao – Hornopiren – km 48,5

Ripio, saliscendi a tratti marcati ma strada sostanzialmente tranquilla (con la possibilità di fermarsi alle terme lungo il tragitto).

Hornopiren è un porto abbastanza trafficato, con buon turismo e – ci è sembrato – anche una certa vivacità. Ci sono strutture ricettive di tutti i tipi, noi abbiamo optato per l’Hostaria Catalina, lussuosa per gli standard locali ma assolutamente abbordabile per gli europei. Segnaliamo che da qui fino a Coyhaique non si incontreranno bancomat.

18 febbraio 2009 – bicicletta, traghetto – Hornopiren – Termas de Amarillo – km 32

Da Hornopiren abbiamo preso un traghetto che in 8 ore di traversata (su mare assai mosso) ci ha portato fino a Chaitèn. La nostra intenzione originaria era quella di arrivare a Caleta Gonzalo in modo da poter percorrere il tratto di Carretera che attraversa il Parque Pumalin ma al momento del nostro viaggio tale tratta era ancora sospesa per via dell’eruzione del vulcano Chaitèn. Proprio il 19 febbraio 2009 peraltro c’è stata un’ulteriore eruzione che ha aggravato la situazione al punto che Chaitèn è stata definitivamente evacuata. Va quindi verificato se il porto sia al momento funzionante o se invece la Carretera rimanga sostanzialmente non percorribile fino a Villa Santa Lucia (cui si arriva da Bariloche percorrendo la Ruta 40 ed entrando in Cile per il passo del Futaleufù).

Da Chaitèn la strada è pianeggiante e prevalentemente di asfalto. Dopo una trentina di km, un sentiero in ripio abbandona la strada asfaltata e si inoltra nel bosco per portare alle terme di Amarillo dove c’è la possibilità di campeggiare in prossimità delle pozze di acqua calda. Consigliatissimo!

19 febbriao 2009 – bicicletta – Termas de Amarillio – Valle el Frio – km 82,5

Ripio, strada piana con lievissimi saliscendi fino a Puerto Cardenas. Forte salita con tornanti prima di arrivare a Villa Santa Lucia. Da lì fino a Villa Vanguardia non ci sono grosse possibilità di pernottare se non accampandosi per la strada o chiedendo, come abbiamo fatto noi, di poter montare la tenda in prossimità di qualche casa. Noi ci siamo fermati nei pressi del “coffe shop” (così indicato sull’insegna) La Ninfa del Bosque gestito da un ragazzo che è professore di inglese. Si trova ca. 25 km dopo Villa Santa Lucia. Ospitali, gentilissimi e disponibili.

Per noi è stata l’occasione di inaugurare la tenda nuova sotto una tettoia arrugginita che ci è parsa una reggia. Quando eravamo allo sbando e pensavamo che avremmo passato la notte in qualche anfratto sperduto, questa casetta isolata ci ha offerto conforto, cibo e compagnia!

20 febbraio 2009 – bicicletta – Valle el Frio – El Pangue – km 78

Ripio, saliscendi con qualche salita considerevole. Strada assai sconnessa a causa dei lavori di sistemazione tra La Junta e Puyuguapi per via dei quali tutti i giorni tranne la domenica tra le 10.00 e le 14.00 è vietata la circolazione.

Insieme a Mario Antonio, un ragazzo cileno incontrato per la via e cn cui avremmo viaggiato fino a Villa Manihuales, abbiamo ostinatamente cercato la casa del guardiaparque per campeggiare ma non siamo riusciti a trovarla (come sempre capita, la avremmo poi incontrata l’indomani pochi kilometri dopo la partenza) per cui – complici la stanchezza, la strada disagiata e la pioggia incessante – ci siamo fermati in tarda serata al lodge El Pangue, che originariamente era un campeggio ma ora è un lussuoso posto per ricchi tedeschi che vengono in Patagonia per le terme, la pesca e i giri in pick up dall’aria condizionata. È un posto suggestivo ma resta anche il più caro dove siamo stati durante tutto il viaggio.

Comunque non ci lamentiamo certo: dopo un pomeriggio zuppi, impantanati nel fango, con la prospettiva di doverci accampare in mezzo alla pioggia incessante, ci siamo lasciati corrompere volentieri dal lusso.

21 febbraio 2009 – bicicletta – El Pangue – Parque El Queulat – km 42 

Ripio, strada sostanzialmente pianeggiante e – per adesso – meno interessata dai lavori di rifacimento.

Abbiamo pernottato nel campeggio CONAF all’interno del parco, in prossimità del Ventisquero Colgante, da cui con un trekking di un paio di ore scarse si arriva alle falde del ghiacciaio.

22 febbraio 2009 – Parque El Queulat – Villa Amengual – km 72 

Ripio (tranne ultimi 10 km), strada con forti saliscendi. La salita al Queulat è assai ripida (una ventina di tornanti piuttosto impegnativi in 7 km su strada assai rovinata) e anche prima di Villa Amengual la strada si inerpica un po’. Dopo il Queulat, una bella discesa illude sul resto della strada che in realtà, quasi da subito, torna a salire in maniera lieve ma costante, con un fondo peraltro sabbioso e piuttosto fastidioso.

Villa Amengual è una cittadina (sempre secondo gli standard patagonici), con diversi spacci ed hospedajes.

23 febbraio  – 2009 – bicicletta – Villa Amengual – Villa Manihuales – km 61 

Da Villa Amengual la strada è sostanzialmente pianeggiante con qualche saliscendi non impossibile lungo dei suggestivi laghi montani. Il fondo è quasi tutto asfalto, tranne 18 km di brutto ripio più o meno a metà.

Villa Manihuales è grande e piena di tutto: internet point, pub, ristoranti. Per dormire ci siamo fermati al campeggio del CONAF, dentro la pineta.

24 febbraio 2009 – bicicletta – Villa Manihuales – Coyhaique – km 107 

Asfalto, lievi saliscendi fino a una ventina di km da Coyhaique. Per arrivare alla città c’è una lunga e forte salita e poi, negli ultimi 2 km, fortissimi saliscendi su di una strada assai trafficata. In alternativa alla strada in asfalto che si allarga e allunga un po’ voltando verso Puerto Aisén, si può percorrere la strada in ripio (che è poi il tracciato originario della Ruta 7) che passa per Villa Ortega.

Coyhaique è il capoluogo della regione e c’è di tutto e di più, bancomat compresi (per comprare dei ricambi sono finito in una specie di Leroy Merlin locale, con tanto di similIkea annesso!). Frastornati da tanta civiltà, abbiamo pernottato all’ostello Las salamandras, a sud della città a ca. 2 km dalla Carretera Austral: un po’ fuorimano ma consigliatissimo, soprattutto se volete approfittarne per qualche giorno di riposo con cavalcate, trekking ecc.

25 febbraio 2009 – bicicletta – Coyhaique – Villa Cerro Castillo – km 100

Tutto asfalto. Bei saliscendi forti, poi nella seconda metà della giornata si affronta prima una forte discesa con la strada però che volge a ovest e può esserci un fastidiosissimo vento a sfavore (ca. 10 km di discesa dove non abbiamo superato i 25 kmh), poi salita dolce e lunga verso Portizuelo Ibanez a 1120 mslm. Da lì giù in picchiata per 20 km fino a Villa Cerro Castillo (abbiamo toccato gli 80 kmh).

Qui termina la Carretera pavimentata e fino a Villa O’Higgins sarà tutto sterrato. Il paese è abbastanza turistico con parecchi hospedajes e ristorantini. C’è anche un tourist office e pure una stazione radio! Noi abbiamo dormito a El Gaucho, uno dei più economici ma comunque dignitoso.

26 febbraio 2009 – bicicletta. autostop – Villa Cerro Castillo – Puerto Tranquillo – km 121 

Ripio pesantissimo, con calaminas (fastidiosi dossetti in sequenza per tutta la larghezza della strada) e sassi. Splendido il panorama, ma la strada fino al bivio di Bahia Murta è terrificante, anche a causa delle piogge che ci avevano preceduto. Dopo due ore dalla partenza da Villa Cerro Castillo avevamo percorso nemmeno 10km e così abbiamo approfittato di un pulmino che ci ha caricati fino a Bahia Murta. Lungo la via abbiamo incontrato però in diversi tratti dei lavori di sistemazione per cui benedetto il pulmino che ci ha caricato!

Per dormire , tanti alberghi di tutti i livelli. Il paese è abbastanza trafficato anche per via della cattedrale di marmo, una grotta naturale in mezzo al lago che ci hanno detto essere impedibile ma è raggiungibile solo con una gita in barca.

27 febbraio 2009 – bicicletta – Puerto Tranquillo – Puerto Bertrand – km 70 

Ripio. Strada pianeggiante nel primo tratto, poi da El Maitèn saliscendi con qualche salita significativa fino alla fine. Tra i tratti più belli dell’intera Carretera!

Quando si arriva a Puerto Bertrand, prende un attimo di sconforto perché la parte a monte del paese è completamente sottosopra per dei grossi lavori di rifacimento stradale. La parte in riva al fiume invece è più tranquilla e noi abbiamo pernottato lì in un hospedaje assai carino.

Puerto Bertrand è una meta assai ricercata per la pesca sul rio Baker (lungo la strada il giorno successivo incontreremo numerosi lodge per pescatori), dove c’è anche la possibilità di fare rafting

Diario troncato 

 

 

 

 

 

 

 

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