
Piemonte 2020: San Benedetto Belbo-Val Maira-San Benedetto Belbo
Giorno 1
San Benedetto Belbo – Saluzzo (90 km + 878 m)
La prima tappa è una giornata di avvicinamento alla Val Maira su asfalto con brevi tratti sterrati. La mattinata passa con dolci saliscendi fino alla città di Fossano dove ci fermiamo per il pranzo. Proseguiamo fino al bivio che porta a Dronero da qui potremmo proseguire ed arrivare in serata in Val Maira ma abbiamo deciso di fare una deviazione verso Saluzzo per andare a visitare il Castello della Manta. Ottima scelta vista la bellezza del sito.
Giorno 2
Saluzzo – Dronero – Strada dei Cannoni – Passo Sampeyre – Freire (106 km + 2.867 m)
Oggi si entra nel vivo dopo i 20 km di leggera discesa che facciamo per tornare al bivio con la strada che porta a Dronero inizia la Val Maira. Per il momento percorriamo la provinciale non molto trafficata e arriviamo a Dronero il nostro punto di partenza per la Strada dei Cannoni. Riempiamo le borracce d’acqua e seguiamo le indicazioni verso Roccabruna. Si sale su asfalto fino a prendere, dopo aver lasciato a sinistra la strada per Sant’Anna, lo sterrato che ci conduce al colle di Valmala (1.539 mt slm). La salita è impegnativa ci fa compagnia col tintinnare di campanacci un gregge di pecore. Terminata l’ascesa ci rifolliamo con la torta che ho avuto la golosità di acquistare questa mattina in pasticceria quando ci siamo fermati per la colazione. Fortunatamente ho preso la pezzatura più grossa perché questo sarà il nostro unico pasto della giornata. La strada prosegue di nuovo su asfalto per qualche chilometro fino al colle Ciabra (1.719 mt slm ), poi inizia uno sterrato panoramico facile fino al colle Birrone dove inizia la parte più impegnativa, fondo dissestato e irregolare in salita fino al colle Sampeyre ( 2.289 mt slm ). Il panorama una volta raggiunto il crinale è spettacolare: a sulla sinistra la Val Maira e a destra la Val Vairata. Il Colle dell’Agnello e il Monviso si possono ben distinguere all’orizzonte. Arrivati al passo Sampeyre ci vestiamo per scendere in discesa su asfalto fino a Elva dove però arriviamo da una deviazione su sterrato sul sentiero occitano.
A Elva pensavamo di prendere in fondovalle dalla strada dell’orrido che però ci dicono essere chiusa a tutti i veicoli, biciclette comprese, in quanto pericolosa per via delle frane. Così al posto della discesa ci tocca una nuova sudatissima salita per tornare alla strada che scende a Stroppo.
Finale di tappa con un pò di suspance: la ricerca di un alloggio si fa più impegnativa del previsto ma alla fine troviamo un ottimo hotel a Freire.
Giorno 3
Loop altopiano della Gardetta (53 km + 2.011 m)
Decidiamo di fermarci due notti per fare il giro dell’altipiano della Gardetta a bici scarica . Il cuoco dell’hotel, un biker, ci consiglia di fare lo sterrato che segue il corso dell’Elva fino all’indicazione per San Giovanni in Monte da li inizia una salita su sterrato che ci eviterà parte della strada asfaltata che porta all’altipiano. La salita è impegnativa e in pochi chilometri si guadagnano 500 m di quota. Da San Giovanni in Monte si scende sulla strada asfaltata poco prima di Preit. Finita la discesa di riprende immediatamente a salire: i muscoli della gambe bruciano ma l’ascesa è sola a metà!
La fatica della salita è ripagata dalla bellezza dell’altipiano. Quassù si respira l’aria dei 2.000 m, il cielo è turchese intenso, le vette tutte intorno sono punteggiate dalla neve residuo d’inverno, l’eco del richiamo delle marmotte riecheggia dai verdi prati. Pedaliamo verso il rifugio dove ci fermiamo per una meritata birra giusto per riacquisire i sali minerali persi. Ci rilassiamo piacevolmente riscaldati dal sole.
Ripartiamo e raggiungiamo il punto più alto del giro di oggi 2.437 m della Cima Gardetta poi iniziamo un’impegnativa discesa che si fa sempre più hard per le mie doti tecniche quindi meglio il portage che le ossa rotte. Dopo una buona mezz’ora e qualche imprecazione possiamo risalire in sella e scendere in pochi minuti ad Acceglio poi seguendo lo sterrato che fiancheggia il fiume rientriamo in albergo.
Giorno 4
Freire – Preit (20 km + 900)
Le previsioni meteo annunciano pioggia da mezzogiorno in poi così già da ieri sera abbiamo deciso fare una tappa breve e di fermarci all’ostello di Preit dove ci siamo già sincerati ci accoglieranno per la notte. Prendere un temporale in quota non è mai una bella cosa e poi siamo un pò affaticati per cui ci riposeremo. Rifacciamo il percorso di ieri e per l’ora di pranzo siamo all’ostello giusto qualche minuto prima che inizia a piovere.
Giorno 5
Preit – Strada militare della Gardetta – Colle della Fauniera – Cuneo (77 km + 1.477 m)
Oggi giornata di sole stupenda il temporale ha portato via tutta l’umidità e ci godiamo la strada militare che dall’altipiano della Gardetta porta al colle della Fauniera. Al cippo dedicato a Marco Pantani i ciclisti con le loro leggerissime bici da corsa in carbonio si avvicendano per farsi il selfie noi non siamo da meno ad onore del vero il monumento celebrativo è proprio poco bello. Scendiamo in Val Grana e ci fermiamo a Castelmagno: qui è quasi di rigore per il cicloviaggiatore buongustaio fermarsi all’azienda La Meiro per gustare gli gnocchi al Castelmagno, formaggio tipico di questa valle. A pancia piena pedaliamo fino a Cuneo per il finale di tappa.
Giorno 6
Cuneo – Mondovì – San Benedetto Belbo (69 km + 1.132 m)
Tappe conclusiva. Da Cuneo seguiamo le indicazioni dei vari percorsi ciclabili che incrociamo in direzione Mondovì e riusciamo ad infilare una serie di stradine anche sterrate che ci tengono lontani dalle provinciali più trafficate. Fino a Mondovì a parte qualche salitella è tutta pianura poi alle porte delle Alte Langhe iniziamo nuovamente a salire e il nostro giro si conclude a San Benedetto Bembo
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