ROMANIA E TRANSFAGARASAN, UNA PIACEVOLE SCOPERTA
10/09 Bologna – Bucarest in aereo
Il viaggio inizia alle 19.45 da Bologna con un economico volo Wizz-Air e scalo a Bucarest Otopeni alle 23.45, ricordo che la Romania è avanti di un’ora rispetto l’Italia. Data la tarda ora di arrivo , fondamentale è stata la scelta dell’hotel Casa Romaneasca situato solo a 200 metri dallo scalo.
11/09 Otopeni – Gaesti km 80.
Il mattino, dopo aver montato le bici e lasciato in custodia all’hotel le scatole per il ritorno, lasciamo l’aeroporto attraverso una carraia sterrata ( trovata con Google Earth ) proprio adiacente l’albergo che ci fa evitare l’intenso traffico della statale n.1; seguendo la ferrovia alternandoci alla sua destra e alla sua sinistra ritroviamo l’asfalto solo a Mogosaia, un ponticello sull’omonimo lago ci porta direttamente sulla statale n.7 in direzione Nord-Ovest. La strada, non troppo trafficata, attraversa un’area a vocazione prettamente agricola per cui il lavoro dei campi , tipo la raccolta delle patate, delle cipolle e altro è ancora prevalentemente manuale, i trasporti dei prodotti di questa terra avvengono ancora con carretti trainati dai cavalli. A Titu ci imbattiamo in una sagra agricola per cui attraversiamo l’intero paese fra bancherelle ortofrutticole, artigianato, dolciumi, luna park , musica con balli e donne in costume. Al nostro passaggio in bici l’interesse della gente sembra cambiare e si rivolge sopratutto a noi. Il pomeriggio arriviamo a Gaesti, città non troppo interessante, al volo prendiamo un autobus fino a Pitesti e risparmiamo così 50 km di monotona strada. Questa è una piacevole cittadina con un animato centro pedonale sul quale si affacciano diversi esercizi commerciali; dove in passato vi era il famigerato carcere politico ora è occupato da un monumento in memoria delle vittime del comunismo.
12/09 Pitesti – Poienari km 65.
Oggi ce la prendiamo comoda, la strada sale dolcemente lungo la valle dell’Arges , visitiamo Curtea de Arges , una gradevole cittadina porta d’ingresso dei monti Transfagar, facciamo spesa e ci rendiamo conto di quanto sia economica questa nazione. Compro anche una Sim card Orange, il gestore con la miglior copertura, internet 10 Giga, 200 sms e 200 minuti di chiamate in area Schenken, sms e chiamate illimitate in Romania, il tutto a 6 € al mese con attivazione immediata tramite PC. Arrivati a Poienari abbiamo anche il tempo di fare i 1480 scalini per salire al vero castello di Vlad l’impalatore detto Dracula. Alla sommità fanno brutta figura delle macabre statue impalate e attrezzi di tortura. Dai ruderi si vede chiaramente la strada che si incunea fra le strette gole dei Carpazi. Altrettanti scalini per la discesa e al ritorno dall’escursione un violento temporale si abbatte sulla zona, in pochi minuti la strada diventa quasi un torrente.
13/09 Poienari – Piscul Negro km 94.
Questa mattina fa molto freddo, il nostro percorso inizia subito a salire per cui pochi minuti dopo iniziamo a spogliarci. Dopo 4 km la strada abbraccia improvvisamente le sponde del pittoresco lago Vidraru e attraversa una diga ad arco alta 165 metri che crea un bacino artificiale per alimentare una centrale idroelettrica, purtroppo la terrazza panoramica è chiusa per restauri e 2 vigilantes vietano ai visitatori la scalata alla collinetta. La spettacolare strada prosegue verso nord e ha diversi punti panoramici dove fermarsi per immortalare questi paesaggi.
14/09 Piscul Negro – Sibiu km 94.
Oggi è il grande giorno, quello più ambito di tutto il viaggio, la scalata al *Transfagarasan *. Proprio all’uscita della pensione dove abbiamo dormito iniziano i cartelli che avvisano di prestare attenzione agli orsi ma inizia anche la salita. La leggera brezza favorevole e la salita costante al 7 – 8 % con punte del 10 % per 10 km non sono poi così proibitive. La planimetria di Openrunner dà questa salita molto più impegnativa. Usciti dalla galleria di 1 km scavata nella roccia del monte Paltinù a 2050 metri slm la fatica vieni ripagata da uno spettacolo della natura. La meta gloriosa del percorso è il lago Balea, che appare sospeso come uno specchio tra le rocce. Il piazzale antistante offre di tutto e di più, bancherelle di artigianato locale, abbigliamento tipico di lana , ristorantini, street-food, souvenir, una chiesetta ed un’ albergo. La sera ci rimane il tempo di visitare Sibiu, il gioiellino medioevale della Transilvania. É’ una città che incanta a prima vista , con il suo dedalo di stradine acciottolate e piazze barocche che rivestono il pendio della collina.
* TRANSFAGARASAN *, la strada asfaltata più alta della Romania, votata come una delle 10 strade più belle del mondo dal programma televisivo Top Gear, offre un’esperienza indimenticabile. Parte da Pitesti, a sud dei Carpazi , passando da Curtea de Arges , raggiunge dopo 120 km la statale n. 1 a nord della catena montuosa. Le due corsie si snodano lungo l’ardito percorso tra le montagne più alte della nazione, la strada è caratterizzata da un continuo susseguirsi di stretti tornanti affacciati sui precipizi e solo uno stretto guard-rail separa la strada dal burrone. Percorrerla tutta è un’avventura di per sé, soprattutto per i paesaggi che si aprono ad ogni tornante. Il potente rombo delle maxi moto dei numerosi centauri che si cimentano in queste mille curve danno un’ulteriore carica emotiva. Voltarsi indietro ad ammirare questa catena montuosa avvolta nella sua perenne leggera foschia mi ha dato un senso di gloria ma anche di appagamento totale, sono soddisfatto! Solo questo valeva tutto il viaggio
15/09 Sibiu – Alba Julia km84.
La preoccupazione sale alle stelle! Oggi dobbiamo percorrere un tratto di strada a 4 corsie trafficatissimo dai mezzi pesanti in quanto il percorso che taglia in due il paese unisce il Sud al Nord e l’Est all’Ovest. La fortuna vuole che alle 9 inizi lo sciopero dei camionisti per l’eccessivo aumento delle polizze R.C. per cui troviamo la superstrada bloccata da un’interminabile coda di 50 km di veicoli fermi. L’unico inquinamento è stato quello acustico provocato dalle potenti trombe dei camionisti e di rimando dalle persone incazzate nere. Seguendo le preziose informazioni della Lonely Planet troviamo alloggio proprio in un hotel adiacente alla porta d’ingresso della cittadella di Alba Julia. Costruita su una dolce collina la fortificazione domina il profilo della città, una strada lastricata conduce alla piazza centrale dove domina una grande statua equestre. Tutt’attorno raccolti dentro le mura gli edifici ricchi di storia, sculture e rilievi barocchi sfoggiano la loro bellezza.
16/09 Turda – Cluj Napoca km 53.
Ieri ci è andata bene per lo sciopero , oggi avremmo il proseguo di questa super strada, decidiamo allora di prendere l’autobus fino a Turda ed evitare il traffico di questi ultimi 85 km. A Turda ne approfittiamo per fare un trekking di un paio d’ore nello spettacolare omonimo canyon che ne vale veramente la visita.
La direttiva principale prosegue verso le pianure del Nord-Ovest in direzione Europa centrale per cui il traffico cala improvvisamente. Rimane solo questa ondulata strada a quattro corsie frequentata perlopiù dal traffico locale. Una ripida discesa ci porta in centro dove ci aspetta Matyas, socio Warm-Shower, che ci fa da Cicerone per la visita della città e la sera siamo ospiti a casa sua.
17/09 Cluj Napoca – Baia Mare in autobus.
I convenevoli con il nostro ospitante, un’ ultimo giretto per la città, l’ora tarda e la lunga tappa di oggi ci fanno propendere di prendere ancora l’autobus almeno per i primi 60 km e proseguire poi in bici per i restanti 50 lungo la valle del fiume Somes ed avere così tempo a disposizione per la festa magiara che si svolge ad Baia Mare questa settimana , ma un grave episodio ci fa cambiare programma. L’autista del pulman viene colto da malore e ci obbliga ad una stop forzato di un paio d’ore nelle vicinanze di Dej , alla fine optiamo di proseguire sul mezzo pubblico fino alla meta. La sera ci tuffiamo nella folkloristica sagra ungherese che si svolge nella piazza centrale recentemente pedonalizzata e sottoposta ad una importante opera di riqualificazione, circondata da pittoreschi edifici del XVI secolo pieni di eleganti caffè, parrucchiere e pompe funebri. Si, pompe funebri, sembra quasi che il pil dell’intero paese si basi su questo lavoro.
18/09 Baia Mare – Sighetu Marmatiei km 90.
Entriamo nel cuore della regione del Maramures, questa è una delle zone meglio preservate della Romania. Nel mezzo di vaste foreste interrotte da laghi e fiumi, si incrociano pascoli dove greggi di capre e pecore brucano, adorabili villaggi in cui ci sono ancora case antiche con portici in legno scolpito, dagli steccati inghirlandati di glicine, vecchi pozzi con bilanciere, mulini a pale… in poche parole, una campagna all’antica, con covoni di fieno e carretti trainati da cavalli che trottano lungo le strade; dove i paesani, in occasione delle varie feste, sfoggiano i loro vestiti tradizionali e contrariamente a quanto visto fino ad ora la popolazione ha gelosamente conservato la propria cultura tradizionale. Il rumore della sgorbia, del mazzuolo e scalpello che esce dalle botteghe di artigiani falegnami risuona ormai familiare, basta guardarsi attorno ed ammirare ovunque i loro manufatti, dalle abitazioni alle splendide chiese con i campanili a punta.
Ne approfittiamo per visitarne alcune; con una deviazione collinare di circa 10 km arriviamo alla più significativa, quella di Surdesti. La maestosa chiesa con il gigantesco campanile in legno alto 72 metri e gli affreschi originali sui muri e sul soffitto è una delle più belle di tutto il Maramures ed è stata dichiarata patrimonio dell’Umanità tutelata dall’Unesco. In un piccolo villaggio lungo la strada siamo attratti dalle allegre musiche di una festa di matrimonio, gentilmente ci hanno invitato a consumare assieme a loro la tradizionale bevanda alcolica rumena, la Tuica, un potente distillato di prugne rigorosamente fatto in casa. La cosa buffa è che ogni famiglia per fare questo super alcolico possiede la ricetta migliore di tutta la regione, proprio come per i cappelletti e la piadina romagnola qui da noi!
19/09 Sighetu Marmatiei – Viseu de Sus km 65.
Il mattino ci dividiamo, Dino ne approfitta per sistemarsi i capelli dal barbiere e la bici dal gommista, io invece prendo un taxi collettivo e raggiungo Sapanta, una cittadina a 12 km da Sighetu, proprio sul confine con l’Ucraina, un incantevole villaggio dal fascino un po’ bucolico. La sua principale attrazione è l’originale cimitero allegro della vecchia chiesa, conosciuto per le pittoresche croci in legno dipinto che adornano le tombe. Ogni tomba racconta una storia diversa, l’epitaffio e la scena dipinta sulla croce illustra la vita del defunto. Si rimane affascinati dal garbato senso dell’umorismo che questo cimitero trasmette, mentre la gente del villaggio sembra essere del tutto indifferente all’interesse che esso suscita. Sighetu è stato un’importante insediamento ebraico fino alla primavera del 1944, quando tutti gli ebrei furono deportati ad Auschwitz e Birkenau. Dopo la seconda guerra mondiale, il governo comunista costruì in questa comunità una delle prigioni più famigerate della nazione,dove venivano rinchiusi dissidenti, politici, intellettuali e chiunque osasse sfidare il regime. Oggi l’ex prigione ospita un museo alla memoria ed è stata oggetto della nostra visita. Amareggiati dall’orrore del luogo, dalla pioggia battente e dal freddo arriviamo a Viseu.
20/09 Viseu de Sus – Borsa km 26.
Di buon ora ci incamminiamo verso la stazione ferroviaria per un’ escursione. Nota come ferrovia del Vaser o trenino a vapore delle foreste dei Carpazi, questa locomotiva è una delle ultime ancora in funzione in Europa. La ferrovia fu costruita nel 1932 come alternativa al fiume per trasportare il legname verso valle. Questa ferrovia a scartamento ridotto si snoda per circa 60 km tra le alte montagne ammantate di foreste. Non c’è niente di più affascinante dell’odore del fumo della legna che pervade l’aria,del fischio del treno e delle belle sbuffate di vapore che escono dal fumaiolo.
21/09 Borsa – Sadova km 103.
Riposati da due giorni di quasi relax ci prepariamo ad affrontare 2 passi oltre i 1400metri, quello di Prislov e Mestecanis. Dal complesso turistico per sport invernali di Borsa una stretta e tortuosa strada sale al remoto passo di Prislop. In altura il freddo è pungente e in cima al passo inizia a piovere ghiaccio. Ci riscaldiamo un poco in una casa privata con caffè e Tuica. La discesa è una sofferenza, fra ghiaccio ed acqua arrivo a fondovalle quasi assiderato. Fortunatamente la strada comincia a risalire ed i muscoli a lavorare cosi il corpo riprende calore.
22/09 Sadova – Radauti km 72. Questa anonima cittadina divide il confine del Maramures con la Bucovina Moldava. Anche oggi ci aspettano 2 passi sopra i 1100 metri. É’ una zona molto frequentata dai bus turistici per il giro ad anello dei 7 monasteri, il freddo e la pioggia battente durata tutto il giorno non mi hanno permesso di apprezzare in pieno la loro bellezza tanto meno di riprendere le loro sagome con la telecamera. Mi accontento di visitarne solo 2, il monastero di Moldovita e Sucevita. La sera a Radauti il tempo sembra volgere al bello, usciamo dall’ostello per una passeggiata in centro ma fa un freddo cane.
23/09 Radauti – Suceava – Piatra Neamt km 160 in autobus.
La mattina piove a dirotto e fa freddo, partiamo di malavoglia avvolti sotto le mantelle protettive. Dopo pochi km passiamo davanti alla stazione degli autobus. La tentazione è forte, uno sguardo d’intesa con Dino e……non sappiamo resistere. Arriviamo a mezzogiorno a Suceava , il cielo ora è sereno ora piove, pranziamo e con comodo, fra uno scroscio e l’altro, visitiamo la cittadella, una fortificazione arroccata su un colle che domina tutta la città. Non piove più ma tira un gelido vento da sud per cui l’avremmo tutto in faccia. Non dobbiamo spurgare nessun peccato e siamo lì solo per divertirci, quindi……riprendiamo l’autobus fino a Piatra Neamt.
24/09 Piatra Neamt – Gheorgheni km 82.
Facciamo il punto della situazione perché si avvicina il giorno del rientro in Italia. Avevamo preventivato alcuni trasferimenti assistiti e così è stato; dalla conta dei giorni a ritroso per programmare l’itinerario di ritorno a Bucarest decidiamo un’ altro trasferimento in autobus ma solo l’ultimo giorno per evitare l’infernale traffico della statale n.1; ciò ci permette di tornare sulle tranquille montagne della catena dei monti Bucegi. La sinuosa strada che si snoda tra le gole di Bicaz sale a 1300 metri slm ed è una delle più spettacolari della Romania. La gola serpeggia tra strette curve e sale ripida per altri 5 km facendosi strada tra pareti calcaree a picco alte fino a 300 metri alle quali sono abbarbicati pini in posizioni quasi improbabili. In un tratto chiamato collo dell’ inferno , la stretta strada di montagna passa proprio sotto le rocce incombenti anche se non diventa mai così angusta da ispirare paura. Lungo questo percorso intraprendenti artigiani vendono le proprie merci in bancherelle proprio sotto queste rocce, laddove c’è abbastanza spazio per potersi fermare. La strada ora scende leggermente ed in un attimo arriviamo a Gheorgheni , una tranquilla cittadina a 850 metri di altezza sul fiume Mures abitata perlopiù da una popolazione di etnia ungherese, come d’ altronde tutta questa vasta area, infatti, i cartelli hanno la doppia lingua, in rumeno e in ungherese.
25/09 Gheorgheni – Baile Tusnad km 92. La strada scorre su questo altipiano circondata dalla catena dei monti Transilvani, le nuvole che avvolgono le vette non promettono nulla di buono; infatti la pioggia intermittente ci obbliga a coprirci e scoprirci diverse volte. Alla fine di questa lunga valle la strada ricomincia a salire per perdersi fra le umide nebbie dei monti Bodoc. Decidiamo di fermarci a Baile Tusnad, una stazione sciistica di soli alberghi situata a 1300 metri di quota. Qui parlano tutti ungherese come pure tutte le diciture ed ho avuto la netta impressione che ci snobbino facendo finta di non capirci. L’unico neo di questo viaggio.
26/09 Baile Turnad – Brasov km 72.
Lasciamo volentieri il paese ed in cima al passo ricomincia a piovere fortissimo con un vento che ulula come un lupo affamato. Questa condizione ci obbliga ad una sosta forzata di un’oretta aspettando che il tempo migliori. Anche qui abbiamo avuto difficoltà con la lingua per ordinare un thé bollente, ci viene in aiuto un tipo che parla italiano, incredibile ma vero. Come smette di piovere ci fiondiamo giù per la lunga discesa fino a Sfantu Gheorghe, una breve sosta ai giardini del centro per cambiarci gli abiti umidi e ripartiamo per una scorciatoia priva di traffico, lungo i fossi di questa accidentata strada c’è ancora il ghiaccio della tempesta di questa mattina e fa un freddo cane , La strada ci porta direttamente nella zona delle chiese fortificate sassoni a nord di Brasov. Queste chiese conservano ancora all’interno delle proprie mura ampi loculi che fungevano da deposito viveri in caso di assedio. Questa è la quintessenza dell’antico borgo di campagna rumeno; i villaggi sono tutti uguali, case azzurre con le imposte in legno, nonne sedute sulla soglia di casa intente a lavorare la lana o i prodotti dell’orto, animali da cortile che razzolano tranquillamente sulla strada tra i visetti color nocciola dei bimbi rom e mamme che fanno capannello davanti al piccolo negozio misto ( alimentari e non ). Nel pomeriggio ci rimane il tempo per visitare Brasov, una incantevole città racchiusa dentro le sue lunghe mura. La città è dominata dalla maestosa mole del monte Tampa ove alloggia la gigantesca scritta Brasov in stile hollywoodiano. Peccato la funivia sia chiusa , ci accontentiamo allora di camminare tutto il perimetro esterno sulle mura pedonali. Il centro è un dedalo di vie dove coesistono armoniosamente varie architetture, dall’austroungarico al barocco, dalle guglie medioevali alle linee rette di rigore sovietico. La piazza principale è un salotto impreziosito dai caffè bohémien , le curve della cattedrale e una bella fontana illuminata.
27/09 Brasov – Bran – Sinaia km 80.
Ultimo giorno di bici, mi assale un po’ di nostalgia , merito dell’itinerario fatto e dell’eccezionale compagno di viaggio. Lasciamo Brasov sulla statale E574 per giungere a Rasnov, dopo una breve visita della città proseguiamo per Bran. In cima ad una altura rocciosa circondata da foreste quasi impenetrabili la cui selva di torri appare quasi come un sinistro presagio…..si erge il castello di Bran, ovvero il castello di Dracula. A dispetto del suo legame con il vampiro , l’interno è solare, con il suo cortile circondato da gerani e sale luminose dipinte di bianco. Incorniciato dai monti Bucegi il castello gode di una posizione superba; ai suoi piedi la moltitudine di bancarelle che vendono gadget draculeschi guastano un poco la magia del luogo. Tornati a Rasnov prendiamo la vecchia strada del passo Trei Brazi a 1100 metri di altitudine, l’ultima fatica di questo viaggio ma evitiamo un bel pezzo della famigerata statale n.1 dove ci ricongiungiamo ad essa solo a Predeal. Una veloce discesa di una ventina di km ci porta a Sinaia dove finisce la nostra avventura in bici.
28/09 Sinaia -Otopeni in autobus
Sinaia, centro di vacanze estive e invernali offre al turista di tutto e di più. Questa mattina il termometro segna 7 gradi, scherzosamente dico che è tornata l’estate. Prendiamo il primo tratto di funivia che ci porta a 1400 metri per poi ridiscendere a piedi lungo il trial in mezzo alle conifere fino al castello di Peles abitato dalla regina Elisabetta. Dopo un pranzo stile street food ci portiamo sulla statale n.1 e prendiamo un autobus diretto a Bucarest. Ci scarica proprio all’aeroporto di Otopeni per cui siamo di fronte all’hotel Casa Romaneasca. Il pomeriggio lo dedichiamo allo smontaggio ed imballaggio bici, dopo cena lo passiamo nel dehore a ridere ricordandoci e raccontandoci della bella esperienza passata insieme.
29/09 Otopeni – Bucarest – Otopeni – Bologna- A casa.
Dopo colazione prendiamo un autobus per il centro di Bucarest. Limitiamo la visita al mastodontico palazzo del Parlamento, alla piazza Sfântul Gheorghe con l’omonima chiesa che è considerata il centro esatto di Bucarest. Qui è situato il km “0”, punto ideale da cui si misurano le distanze del paese. La piazza non è distante dall’edificio dell’Università e dal quartiere antico per cui la giriamo comodamente a piedi. Il pomeriggio riprendiamo l’autobus per l’aeroporto. Dalla hall delle partenze preleviamo un carrello e andiamo all’albergo per caricare le bici imballate. Torniamo in aeroporto arricchiti da una nuova esperienza, pronti per il volo di ritorno e prontissimi per altre avventure. Più comodo di così!!!!!
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