SAINT MORITZ-VERONA 2002
VENERDI’ 16 AGOSTO 2002 CASTEL BOLOGNESE-TIRANO
E’ un po’ di tempo che c’è aria bassa in famiglia; mia suocera malata di tumore, la Cerino ( è mia moglie che riesce sempre ad infiammarmi ) nervosa ed intrattabile ma mai cattiva, Alessio laureato da 2 anni ed è ancora in Regione a lavorare con un contratto a progetto…….decido allora di farmi un giretto in bici da solo sperando nel frattempo si raffreddino un po’ gli animi. Parto di buon mattino in treno con bici al seguito alla volta di Tirano in Valtellina e deciderò giorno per giorno l’itinerario sebbene abbia già in testa un’idea, un filo conduttore….Oggi mi ha divertito il fatto del viaggiare in treno da solo e vedere il susseguirsi continuo di gente che scende e che sale….le loro espressioni, gli addii, i ritrovi, le loro peculiarità. A Milano sale poco dopo me un signore con la bici appresso, lo noto e gli do una mano a caricare la bici in carrozza…è fatta! Sauro è di Corsico, dirigente dell’…… Italia, nota per le pentole dietetiche, abbiamo già due cose in comune, un presupposto per dialogare in compagnia. Pure lui è partito all’avventura per un week end fuori porta. Chiacchierando ed avendo in programma lo stesso itinerario decidiamo di fare insieme il tour per due giorni. Nel primo pomeriggio arriviamo a Tirano, usciti dalla stazione convinco S……. ad una sistemazione alternativa , non perché io sia tirchio ma è lo spirito dell’avventura che mi eccita. Cerchiamo alloggio in parrocchia, don Carlo non ci nega il ricovero ma ci fa chiaramente capire che non ha piacere. Troviamo posto all’hotel Corona proprio vicino alla stazione. Ci sistemiamo ed andiamo subito a visitare la cattedrale della Madonna di Tirano per ringraziare, al ritorno la ruota anteriore della mia bici si infila dentro la canalina delle rotaie del trenino rosso e cado senza conseguenze per terra. Si è solo piegato il deragliatore del cambio, dopo la riparazione da un onesto meccanico visitiamo la normale e tranquilla cittadina , il centro poco storico, qualche rudere quà e là, il museo del lavoro montanaro e la bella villa con cantina dei Conti Sertoli Salis, ci offrono ma a pagamento una degustazione guidata dei loro vini. Cena a menù fisso alla Taverna dei Lupi, la sera invece la passiamo nella sala comune dell’hotel a programmare l’itinerario del giorno successivo.
SABATO 17 AGOSTO 2002 TIRANO-PASSO DEL BERNINA
Finalmente si parte. Carichiamo le bici sul trenino rosso delle Ferrovie Retiche, il Bernina Express. Scegliamo la carrozza scoperta panoramica. La ferrovia è molto caratteristica, dopo Poschiavo sale a spirale su se stessa per alleggerirsi del carico di salita, e sarà così fino in cima al Pizzo Palù 2350 mt S.L.M. L’aria è frizzantina e tersa, sulla sinistra si vede il maestoso ghiacciaio perenne del Bernina. Arriviamo a Saint Moritz, un caffè e via, partiamo costeggiando l’omonimo lago ed imbocchiamo in leggera salitella una pista ciclabile perfetta e scorrevole costeggiando a destra il fiume Inn, arriviamo ad una piccola stazioncina turistica, Zernez, che rivendica la paternità della famosa casa del Parco, tappa obbligata per chi vuol conoscere il Parco Nazionale Svizzero e le sue peculiarità protette. Il paese è dominato da una imponenza Chiesa stile barocco, cosa molto insolita per una chiesa non cattolica. Il Castello di Wildenberg, del 1620, oggi sede del Comune è invece caratterizzato dalla presenza di dipinti e stucchi .Torniamo a Saint Moritz, è un paesino da favola, sembra quasi un presepe senza neve, forse anche troppo perfetta. La curiosità mi spinge a leggere il listino prezzi dell’Europa Post Hotel, pernottare una sola notte qui ho girare per 15 giorni e dormire nel sacco a pelo? Imbocchiamo la Statale 29 del Bernina in leggera salita, a Pontresina visitiamo velocemente il giardino officinale delle caramelle Ricola, breve sosta per fare compere per la cena e ripartiamo. La salita inizia a farsi molto dura, Sauro tentenna e ogni tanto deve scendere dalla bici per riprendere fiato, nei suoi confronti mi sento un leone ( ho anche 10 anni in meno) e faccio un po’ lo sboroncello tornando indietro a riprenderlo per rifare di nuovo la salita. Ogni tanto la strada si intreccia con la ferrovia, in una piccola borgata il trenino passa in mezzo alla piazza per cui devono chiudere il paese al traffico. Arriviamo alle 20.00 nel grande piazzale belvedere dell’Ospizio Bernina che segna il confine tra i due bacini idrografici, infatti è il punto di separazione tra il distretto del Bernina, quello svizzero di Maloja in cui si parla il romancio e quello italiano. Il panorama che si gode è a dir poco incantevole, il sole che tramonta dietro brulli ed imponenti rilievi a ridosso delle sinuose sponde del Lago Bianco e lago Negro. Ma una brutta sorpresa è in agguato! Stasera qui non si pernotta. Dopo la cena al sacco chiediamo con successo in prestito due materassini ad aria ad alcuni camperisti lì parcheggiati. Chiacchieriamo fino a notte fonda sotto le stelle ma dentro i sacchi a pelo, è un freddo che pela.
DOMENICA 18 AGOSTO 2002 PASSO DEL BERNINA-PONTE DI LEGNO Non ho chiuso occhio dal freddo e dalla stanchezza, Sauro pure. Facciamo toeletta nella fontanella di acqua gelida dei bagni del parcheggio. Un camperista impietosito ci invita a prendere un caffè al calduccio dentro il suo camper. Dopo i convenevoli ringraziamenti ripartiamo in lunga discesa verso il confine italiano . Ci fermiamo per la colazione e a riscaldarci un po’ al piccolo paesino di Larosa, breve sosta a Poschiavo, graziosa cittadina del cantone dei Grigioni, giro dell’omonimo lago poi giù a tutta birra verso l’Italia. Arriviamo a Teglio, visita esterna al palazzo Besta perché chiuso al pubblico e ad una antica chiesa con un bel portale in stile gotico. Le nostre strade ora si dividono, Sauro ha rammarico e mi ringrazia moltissimo, l’esperienza inusuale per il suo elevato stato sociale gli è piaciuta tantissimo. Ora torno ad essere solo. La scalata all’Aprica è molto dura, sento sulle gambe la stanchezza del giorno precedente e della notte insonne. La tortuosa strada di montagna è molto trafficata per cui devo stare molto attento alle automobili, qui non c’è la pista ciclabile. Arrivo al paese di Edolo, breve sosta per un panino e per fare rifornimento di acqua in un curato giardino sulla piazza centrale poi riparto. Arrivo a Ponte di Legno nel pomeriggio, è ancora addobbata con festoni verdi padani, domenica scorsa vi è stato un raduno della Lega Nord. Trovo alloggio solo all’Eden di Temù, devo tornare indietro di circa quattro km., dopo l’accredito e la sistemazione nella pensioncina torno a Ponte di Legno per la visita turistica. Molto caratteristico il letto del fiume Oglio che taglia in due il paese, tanti “ponti di legno”e terrazze private che permettono il passaggio fra una sponda e l’altra senza difficoltà alcuna. Noto molti negozi di artigianato tipico locale del legno e tanti frutta e verdura con gerle stracolme di funghi porcini secchi. Cena in pizzeria poi a letto presto, sono stanchissimo.
LUNEDI’ 19 AGOSTO 2002 PONTE DI LEGNO – MADONNA DI CAMPIGLIO Colazione in pensione. Torno per la strada principale evitando il paese, la salita inizia subito molto ripida e sta frettolosamente rannuvolando. I nevai dell’Adamello si coprono rapidamente di nuvole. Poco prima del passo del Tonale inizia a piovere con qualche fiocco di nevischio; mi fermo al calduccio in un bar in cima al passo per due orette. Il brutto tempo in montagna fa presto a venire ma altrettanto presto ad andarsene,il miglioramento mi stimola a ripartire per la lunga discesa fino a Mezzana poi ricomincia la salitona fino a Marilleva, la oltrepasso senza fermarmi e proseguo fino a Madonna di Campiglio. Trovo subito alloggio allo Chalet dello Sportivo, ai piedi della pista sciistica teatro delle olimpiadi invernali dell’anno passato. Carina, piccola e molto ordinata, tutte le baite con i caratteristici tetti spioventi di legno nero, molto consumistico il centro con negozi che stimolano a comprare. Culturalmente non vi è nulla di interessante, suggestiva invece la breve passeggiata adiacente la chiesa con le stazioni di fermata dei punti cruciali della vita di San Francesco, opere diversificate e create da diversi artisti del luogo. Stasera mi sono trattato da re! Ceno in una trattoria convenzionata con lo chalet. Idromassaggio, letto con lenzuola, televisore in camera.
MARTEDI’ 20 AGOSTO 2002 MADONNA DI CAMPIGLIO – PINZOLO Dopo la colazione nella piazzetta VIP del paese parto in discesa verso Pinzolo, ci arrivo in trenta minuti. Tappa cortissima di recupero e poi vorrei provare qualcosa di molto eccitante…un’emozione nuova, so che qui è possibile. Non ci sono ostelli, l’APT mi indica una pensioncina alle porte del paese molto economica ove posso risparmiare qualcosina usando per la notte il mio sacco a pelo. Accetto. Laura, la locandiera è romagnola di Cesenatico, fa Pantani di cognome. Capisco al volo ma mi dice di essere solo sua prima cugina. Vado subito all’appuntamento per provare questa nuova emozione ma rimandano, devo tornarci nel pomeriggio. Parto allora in bici per fare il giro della Val Genova, una delle più belle e incontaminate del Trentino. Al primo rifugio però non resisto, parcheggio la bici e parto di corsa per il ripido e lungo sentiero che porta in fondo alla valle ove ci sono le cascate del fiume Sarca. Arrivo in cima stremato, affamato, assetato ma appagato, sentivo proprio il bisogno di una corsettina dopo tanta bici. Ritorno al rifugio scendendo per la forestale perché è più corta, un po’ correndo un po’ di passo. Dopo pranzo visito il caseificio sociale scroccando qualche assaggio di buon formaggio poi un po’ di cura del sole nel grande giardino attrezzato ad attività ludico motorie. Sono le 16,30 e mi ripresento eccitato all’appuntamento, le condizioni sono tutte a mio favore, si alza un bel venticello che invita a mettermi un golfino e K-WAY. Con Walter salgo in ovovia che ci porta sulle prime vette del gruppo del Brenta, e dopo la vestizione e le raccomandazioni di prassi…………l’adrenalina mi sale a 100.000. Una breve corsa per un ripido pendio e prendiamo il volo. Il PARAPENDIO si apre immediatamente e un violento strappo ci catapulta verso l’alto. Il cuore mi salta in gola ma poco dopo torna alla normalità. Bellissimo, stupendo, nel contesto ci sta pure bene lo sfarfallare della tela del paracadute. L’istruttore mi chiede il permesso di fare alcune piroette estreme nelle folate di vento più forte….figuriamoci se rifiuto!!!! Purtroppo il volo dura solo una ventina di minuti, centriamo in pieno il cerchio dell’atterraggio. CHE LIBIDINE. La sera ceno in piazza negli stands della festa del turista, al concerto finale mi si chiudono gli occhi dalla stanchezza.
MERCOLEDI’ 21 AGOSTO 2002 PINZOLO – MALCESINE Oggi tappa faticosa per i tanti saliscendi. Parto in discesa e mi fermo a Vico Rendena per la visita del grande salumificio. In negozio vendo i loro prodotti da tanto tempo per cui mi fa piacere visitarli e conoscerli personalmente. La statale è troppo trafficata, mi consigliano la nuova ciclabile che costeggia il fiume Sarca fino a Tenico, poi salgo per la provinciale tutta la val di Ledro che mi porta con un continuo saliscendi ad attraversare Fiavè e Ballino. Mi fermo a Tenno incuriosito dalla insistente pubblicità del parco agroalimentare etnografico ed ora anche botanico. Gran ciavéda!!. Trovo solo fazzoletti di terra seminati a mais, soja, erba medica, fiori di campo che da noi in Romagna sono coltivazioni di routine. La strada ora scende attraversando vaste piantagioni di uva e ulivi fino al lago di Garda che costeggio alla mia destra fino a Malcesine. Il paesaggio lacustre è normale, mi credevo chissà cosa, molto rilevante l’influenza scaligera con merletti e torrette sulle ville di una certa entità. Peccato però sia tutto rifatto. Ben conservato ed imponente il castello scaligero del XIII secolo con una alta torre al centro, proprio sulla sponda del lago. Trovo alloggio in un alberghetto del centro, mi svenano per una piccola e bollente cameretta. GIOVEDI’ 22 AGOSTO 2002 MALCESINE – LAZISE Costeggio il lago ancora pieno di turisti italiani e stranieri, la strada che costeggia il lago è un continuo e piacevole saliscendi ma mi sto demotivando. Mi fermo a Bardolino, bel paesino raccolto tutt’attorno ad una grande piazza, il centro è pieno di gelaterie ed enoteche, le bottiglie di Sassicaia, Ornellaia, anche il Tignanello sono buttate là in modo disordinato come le maglie da 5000 lire nelle bancarelle dei mercati rionali. E pensare che nel mio negozio bottiglie di quel tipo di vino le tengo come reliquie. Le chiese di San Zeno e Santa Maria sono fortemente rimaneggiate per cui hanno perso un poco il senso di carisma che dovrebbero rilasciare. Nell’eremo dei Camaldolesi vorrei visitare la famosa “Pala di Palma il Giovane”, non la vedo perché è tutto chiuso. Fortunatamente trovo alloggio all’ostello di Lazise; molto simile a Bardolino, con il rimaneggiato castello medioevale, il vecchio borgo si affaccia sul porticciolo lacustre ed è ancora circondato dalle mura medioevali, possiede anche alcune fortificazioni d’epoca.
VENERDI’ 23 AGOSTO 2002 LAZISE – VERONA Dalle colline di Bussolengo si vede tutta la città di Verona distesa sulle rive dell’Adige. Dedico tutta la giornata alla visita della città, c’è una mescolanza incredibile di romanico, gotico, barocco specialmente le chiese. Rinascimentale e molto elegante la loggia del Consiglio, ben curato il giardino Giusti, visito il museo archeologico e lapidario. Trovo alloggio nell’ostello comunale, non troppo pulito e pieno stracolmo, fa caldo e mi addormento tardissimo.
SABATO 24 AGOSTO 2002 VERONA – CASTEL BOLOGNESE
Visito velocemente l’arena, l’arco dei Gavi e poco fuori città il pantheon di Santa Maria in Stella, un vasto edificio sotterraneo. Sono stanco di girovagare, lì per lì decido di andare in stazione e prendere il primo treno per Bologna. All’arrivo mi hanno fatto festa, l’atmosfera si è quindi rasserenata un pò. UBA
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