UZBEKISTAN: perchè vale la pena di farci un viaggio
L’Uzbekistan è un Paese che assolutamente merita un viaggio perché:
- Non serve il visto fino a 30 giorni di permanenza
- E’ sufficientemente ben servito come voli aerei (Turkish Airlines e Uzbekistan Airlines le principali)
- E’ un Paese musulmano con il cuore nell’Islam e la mente all’Occidente (che vuol dire che sono “laici”, non radicalizzati e totalmente tolleranti)
- Per essere un Paese musulmano non ho mai visto scorrere tanta birra e tanta vodka (retaggio della permanenza per 80 anni del regime Sovietico) anche se bevono senza dare sfoggio di ciò (tipo in treno ci hanno offerto della vodka, che abbiamo scambiato per acqua, dato che era in una bottiglia di plastica)
- La gente è sorridente e curiosa, spesso verrai invitato a bere o a mangiare qualcosa con loro
- Non vedrai mai la quantità di oro che hanno in bocca in nessun altro Paese al Mondo
- Le strade principali sono abbastanza ben tenute e trafficate ma non abbiamo mai avuto problemi
- Le strade secondarie hanno spesso un asfalto discutibile…io lo chiamavo “l’asfalto sterrato”
- Attraversare il deserto della regione di Navoiy, in treno o in bici, per raggiungere Bukhara è una esperienza da non perdere
- Khiva, Bukhara, Samarcanda…e il vostro cuore sanguinerà nel lasciarle
- Quando arriverete a Samarcanda e vi si apre davanti la piazza “Registan” pensate a cio’ che ha detto Alessandro Magno nella stessa vostra situazione:
“tutto quello che ho udito di Markanda è vero, tranne che è più bella di quanto la potessi immaginare io”
- Si mangia decorosamente bene…mal che vada un piatto di “plov” si trova sempre
- I costi per dormire in strutture e mangiare nelle “taverne” sono per noi assolutamente convenienti
- Non c’è delinquenza… o almeno non l’abbiamo mai vista
- La capitale Tashkent non mi ha entusiasmato ma si deve tener presente che è stata ricostruita dopo il terremoto che l’ha rasa al suolo il 26 aprile 1966 e che comunque è una città di 2,4 mln di abitanti
- Nelle zone vicino alla capitale e verso la Valle di Fergana, mi dicono esserci l’alta velocità…noi da Navoiy a Khiva, circa 500 km, ci abbiamo impiegato piu’ di 8 ore in un treno super affollato di umanità nelle cuccette…una esperienza da fare (noi siamo stati “adottati” da 2 amici uzbeki che ci hanno offerto cibo e vodka).
- Cosa importante da sapere (ma se ci andate verificate che sia ancora così oppure no):
quando si esce dal Paese, in aeroporto, potrebbero chiedervi la prova di dove avete trascorso le notti, prova che altro non è che il check out dall’albergo oppure una registrazione ad un sito governativo che attesti la vostra presenza in quel giorno. In assenza di cio’ potrebbero multarvi.
In realtà quando siamo uscito dal Paese nessuno ci ha chiesto nulla e credo che siano delle disposizioni dall’alto per favorire il turismo, pur in presenza di una regola ancora in essere.
Se decidete di andarci non scordatevi di informarvi.
- In aeroporto potete acquistare una scheda sim con la quale telefonare via whathsapp: 10 euro 10 giga.
- In ultima, se ci andate, come in qualsiasi altro paese estero, non scordatevi di registrarvi al sito della Farnesina “dove siamo nel mondo” e mandare una mail all’ambasciata italiana o consolato nel Paese ospitante per far sapere della vostra presenza lasciando i recapiti telefonici, mai sia che succeda qualcosa di spiacevole. E’ importante.
Abbiamo sempre dormito in strutture decorose, a parte un paio di notti di fortuna dove una notte abbiamo dormito in un soppalco all’aperto dove di solito si mangia ed un’altra, grazie all’intraprendenza di Giuliano ci è stata offerta una sala dove hanno steso sul pavimento dei “fouton” e delle lenzuola.
A volte i bagni “on the road” non erano tra i più…come dire…indicati: una stanza con il pavimento in cemento ed un buco rettangolare in centro…et voilà.
Nelle strutture invece i bagni erano sempre puliti e decorosi, docce comprese.
In 4 dormivamo spendendo mediamente dai 40 agli 80 euro negli alberghi migliori, colazione inclusa.
Mangiare: come vi dicevo il “plov” è un po’ il loro piatto tradizionale: riso ben condito con del grasso della coda di pecora, verdure, spezie e carne (spesso montone, capra piu’ raramente agnello) oppure solo con verdure, il tutto cucinato in grandi pentole pesanti che arrivano a servire anche un centinaio di persone alla volta.
Quasi ovunque si trova il “somsa” o “samsa” nelle sue varie composizioni (solitamente fatto con carne tritata molto fine, cipolla e verdure ma si trova anche con carne di pollo, patate, spinaci etc).
La particolarità sta nel fatto che viene cucinato nei “tandoor”, tipici forni verticali dove “appiccicano” il “samsa”, spruzzano nel tandoor dell’acqua durante la cottura per creare umidità e poi li estraggono e ve li servono bollenti.
Il bello poi è che ogni zona ha il suo “samsa” che si distingue per forma, dimensioni, ripieno, tipo di pasta usata così da farne una specialità regionale.
Altrettanto spesso vengono servite delle zuppe come piatto unico: la “Shurpa” è un brodo con vegetali, carne di agnello e una serie di spezie che non ho ben identificato, poi c’è la “Mastava” fatta con riso, pomodori freschi e carne di montone…vi assicuro che sono tutti piatti gustosi.
E’ anche vero che un giorno, credendo di ordinare dello stinco, ci siamo ritrovati a mangiare “come primo” una minestra vegetale e come “secondo” delle ossa con dei piccoli pezzi di carne e nervetti da “ciucciare” …ci siamo rifatti con tanto buon pane uzbeko chiamato “non”, tipico di Samarcanda.
A Tashkent Agostino ha preparato gli gnocchi per noi e per una famiglia uzbeka, dopo che avevamo acquistato l’occorrente al bazar Chorsu.
A Samarcanda abbiamo fatto gli spaghetti per la famiglia del gestore della struttura che ci ospitava…due successi italiani!
Il tè:
come in molti altri Paesi islamici che ho girato, viene offerto agli ospiti dopo che chi serve ha versato per 3 volte il tè nella tazza dell’ospite e poi rimesso nella teiera, questo “rito” è per far si che il tè sprigioni tutto il suo aroma.
Il bere: come ho già detto, oltre al tè si trova anche da bere l’ayran (bevanda a base di yogurt acido e sale) e, chiedendo, si può trovare legalmente anche birra e vodka in negozi specifici, spesso vicini ai posti dove si mangia…con l’accortezza di non farsi troppo notare se si è in pubblico (per capirci, quando compri una bottiglia te la mettono in una busta di plastica nera così non si veda il suo contenuto per strada).
Un giorno noi cenavamo in un posto all’aperto con la bottiglia sul tavolo e la polizia mi ha chiesto cos’era quella bottiglia…ho fatto la “faccia da fesso” e ho risposto che non sapevo che non si potesse bere a cena, è intervenuto anche il titolare del posto, che nel frattempo era diventato nostro “compagnone” e tutto è finito a “vin santo e tarallucci” …si fa per dire!
Noi abbiamo volato Venezia-Istanbul-Taskent con Turkish Airline.
A grandi linee:
Da Tashkent abbiamo preso un treno per Jizzax (esperienza “imbarazzante” perché non c’era posto per le nostre bici…ma le abbiamo fatte stare ugualmente con la complicità di un paio di ragazze russe comprensive e il capotreno che ha chiuso gli occhi) perchè tanto quella stessa strada, nel senso inverso, l’avremmo fatta al ritorno.
Poi abbiamo pedalato da Jizzax per 3 gg fino a Nurota.
Da Nurota le bici ci hanno portato fino a Navoyi dove le abbiamo lasciato in albergo (memori della precedente esperienza con il treno) e preso il treno che ci ha portato a Khiva, per rientrare il giorno seguente.
Quindi, tutto in bici, Navoyi-Buhkara-Muborak-Qarshi-Samarcanda- Jzzax-Tashkent.
Khiva-Bukhara-Samarcanda-Shahrisabz sono le imperdibili visite.
Prendetevi 1 giorno per Khiva, 1-2 per Bukhara e 2 meglio 3 per Samarcanda (non c’e’ solo la piazza Registan, ci sono molte altre visite da fare)…poi…vedete voi il tempo che avete.
Io probabilmente non ci tornerò più, quindi ho voluto prendermi il tempo perché quei momenti restassero ben impressi nella memoria.
Samarcanda era già il mio obiettivo quando ho fatto Turchia e Iran 2022 e per colpa del Presidente Turkmeno, che non più aperto le frontiere post covid, non ho potuto arrivarci…ecco perché Uzbekistan 2023.
E’ un imperdibile “trovare” il tempo ed il modo di parlare con le persone che incontrerete, sono curiosi e sempre disponibili verso le persone straniere.
Commenti
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renata.andolfi
Grazie Stefano …fa venire voglia di partire subito